Regia di Alfonso Brescia vedi scheda film
Francesco finisce ingiustamente in carcere per omicidio. Dietro le sbarre canta il dispiacere e il dolore per non poter assistere la madre malata e per non poter partecipare alla comunione della figlia. Per essere presente alla cerimonia arriva perfino a evadere; fortunatamente il vero assassino viene scovato.
Carcerato è l'ennesima pellicola con protagonista Mario Merola: la decima dal 1978, l'undicesima contando anche l'esordio in Sgarro alla camorra (di Ettore M. Fizzarotti, 1973); in particolare è la settima che lo vede al fianco del regista e sceneggiatore Alfonso Brescia. Qui il copione si avvale anche della firma di Francesco Calabrese, per la prima volta, mentre quella 'storica' (nei film con Merola) di Piero Regnoli compare solo sul soggetto. In definitiva si tratta comunque del solito, rodato meccanismo narrativo: 'buono' o 'cattivo' che sia, il protagonista è un uomo puro di cuore e dallo spiccato senso dell'onore, con un grave torto da vendicare. E farà di tutto per vendicarlo, ma senza smettere di cantare lungo l'intero arco del film. La sceneggiata napoletana si fonde con il musicarello proprio con il lavoro di Fizzarotti; da Zappatore (sempre di Brescia, del 1980) in avanti questo binomio ritorna di prepotenza in auge nel filone meroliano, andando in sostanza a provocare emozioni facili con drammatizzazioni esasperate e 'svariando' con le sequenze canore e quelle smaccatamente comiche (per le quali sono qui appositamente impiegati due ottimi caratteristi come Lucio Montanaro e Antonio Allocca). Altri elementi del cast: Erika Blanc, Regina Bianchi, Aldo Giuffrè, Biagio Pelligra, Giorgio Ardisson, Nino Vingelli; in una particina, per la prima volta accreditato sui titoli di testa c'è Sergio Castellitto: peccato venga citato come 'Castellito'. Primo dei quattro titoli meroliani usciti nel 1981: la qualità media dei lavori, va da sè, non è granchè. 2,5/10.
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