Regia di Ninì Grassia vedi scheda film
Nino, giovane orfano disoccupato con amici camorristi, sembra aver trovato la svolta della sua vita: un nobiluomo appena tornato dal Sudamerica, dove ha fatto i soldi, lo assume come assistente. Naturalmente il riccone potente è suo padre.
Terza sceneggiata in tre anni per la coppia Ninì Grassia/Nino D'Angelo, davvero fatti l'uno per l'altro: non si capisce dove finiscano i limiti e gli errori grossolani del primo e dove comincino quelli del secondo. In questo Lo studente, scritto dallo stesso regista, la storia si appiattisce sui contenuti drammatici, trascurando il solito filo rosso sentimentale (la sottotrama rosa non manca, comunque), ma al tempo stesso evitando anche di sprofondare nell'oltremodo tragico che conferiva ai precedenti lavori con NDA (e conferirà a molti dei successivi) quel patetico gusto tragicomico involontario che ne era (e ne sarà) sostanzialmente il propellente. Che in ogni caso abbonda, qui, nella sequenza finale. Poco male però, perchè i canoni del sottogenere 'film con NDA' sono rispettati: logica mooolto approssimativa, stacchi musicali inseriti completamente a casaccio, cumulo di disgrazie e/o accidenti fino al risolutivo lieto fine insensato, nessun rispetto della grammatica cinematografica e via dicendo. Anche Chris Avram, Gigi Capone, Luigi Russo e Maria Fiore prendono parte all'operazione; Nino e Ninì torneranno insieme nel 1992 per Fatalità; nel frattempo il caschetto biondo partenopeo stringerà altri due importanti sodalizi per la sua carriera cinematografica, cioè quelli con Mariano Laurenti (a partire da Un jeans e una maglietta) e con Romano Scandariato (da L'ammiratrice in avanti), che qui è aiuto di Grassia. 1/10.
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