Regia di Fernando Di Leo vedi scheda film
Tony è un giovane abile con i pugni che per sbarcare il lunario si diletta a riscuotere crediti, quando serve con la forza. Ma il ruolo gli va stretto e un giorno riesce a tirare un colpaccio allo sfregiato, boss di quartiere a cui riesce a spillare molti soldi, provocando l'ira del medesimo che cercherà di fargli lo scalpo. Nel frattempo Tony incontrerà Ric, che con lo sfregiato ha un conto in sospeso che risale addirittura all'infanzia.
Fernando Di Leo mette in scena una storia di vendetta, tra scazzottate (forse troppe, Tony finisce per assomigliare a Terence Hill in coppia con Bud Spencer) e colpi di pistola. Il film uscito nel 1976 non è perfetto, ma siamo lontani dal definirlo "violenza fine a se stessa", come scritto in altre sedi. Posto che anche grandi registi dei nostri giorni - da Haneke a Tarantino che peraltro a Di Leo ispira - hanno messo in piedi delle storie di violenza fine a se stessa (pensiamo a Funny Games o a Le Iene) non si ha l'impressione che il regista voglia impressionare a tutti i costi, ma piuttosto divertirsi e far divertire, con la giusta dose di verve che un cinema come il suo richiede. E in effetti I padroni della città non annoia, ma appunto diverte e intrattiene fino alla fine, scoperchiando la scatola dei bassifondi con i suoi inquietanti personaggi, nella giusta mescolanza di azione, gusto per l'eccesso ed ironia.
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