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I padroni della città

Regia di Fernando Di Leo vedi scheda film

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La recensione su I padroni della città

di giurista81
8 stelle

Pellicola sicuramente non tra le più conosciute tra quelle dirette dal maestro del noir all’italiana Fernando Di Leo che sicuramente non si segnala tra le migliori. Il film in questione è un’opera difficilmente catalogabile che non rientra tra i poliziotteschi (la polizia non entra mai in scena) né nel genere di azione puro. Diciamo che lo si potrebbe definire uno spaghetti western con ambientazione metropolitana contemporanea. La prima parte non è molto adrenalinica (favolosa, però, la scena di apertura), decisamente superiore, invece, la seconda parte con un finale (in puro stile western) che vale da solo la visione. La regia di Di Leo è di spessore (memorabili le sequenze al mattatoio), meno qualitativa, invece, rispetto ad altri lavori, la sceneggiatura che comunque si rivela sufficiente nonostante vari difetti (vedi il biondo che decide di vendicarsi nel modo più difficile possibile, quando, invece, lo avrebbe potuto fare molto più semplicemente quando era ancora nella banda dello sfregiato). Simpaticissimo il personaggio soprannominato “Napoli” (Vittorio Caprioli) che dispensa battute ironiche nei momenti di maggiore tensione.
Buona idea, poi, quella di far girare il protagonsita con una Dune Buggy rosso fiammante (idea, vista ex post, molto tarantiniana).
Attori in palla con il solito notevole Jack Palance nei panni del “cattivone” di turno. Bravo anche il protagonista Harry Baer. Completano il cast artistico i volti noti, per chi è avvezzo di B-Movies nostrani, di Al Cliver ed Edmund Purdom. Più che sufficienti le musiche di Bacalov.
Esageratamente vietato ai minori di 14 anni (visto che in fondo non è, poi, così violento).
Godibile, ma non paragonatelo a capolavori come “Milano calibro 9”. Voto: 7

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