Regia di Luigi Bazzoni, Franco Rossellini vedi scheda film
Uno scrittore torna dopo un anno nell'alberghetto di montagna in cui aveva conosciuto la bella Tilde; quando chiede notizie della ragazza all'anziano padrone della struttura, riceve l'inaspettata risposta: Tilde si è suicidata. Neanche il tempo di capire che questa storia puzza di bruciato, che viene trovata morta, possibile suicida anche lei, la moglie del figlio dell'albergatore. Lo scrittore vuole capirci di più, anche perchè sembra che Tilde avesse stretto rapporti intimi con entrambi gli uomini del posto, padre e figlio.
Doppio esordio registico con il botto, questo La donna del lago: Luigi Bazzoni aveva già diretto qualche corto, ma Franco (figlio di Renzo) Rossellini è al debutto dietro la macchina da presa, anche se ancora non sa che sarà pure la sua ultima direzione. Scritto dai due registi insieme a Giulio Questi, si tratta della trasposizione del romanzo omonimo di Giovanni Comisso, su fatti realmente accaduti e trattati anche in un altro best seller del periodo, I misteri di Alleghe, di Sergio Saviane; la realtà qui viene ampiamente modificata, ma solamente per esigenze artistiche: così com'è, il film è infatti un thriller-giallo ansiogeno dalle atmosfere cupe, anche grazie alla fotografia di Leonida Barboni, e dai risvolti vagamente kafkiani. Con Manolo Bolognini come produttore, la confezione risulta accurata e sufficientemente elegante (montaggio di Nino Baragli, musiche - guarda un po' - di Renzo Rossellini) e il cast sfoggia una manciata di nomi di ottimo impatto: Philippe Leroy, Virna Lisi, Salvo Randone, Valentina Cortese, con l'americano Peter Baldwin come (apprezzabilissimo) protagonista e, in un altro ruolo centrale, la svedese Pia Lindstrom. Franco Rossellini proseguirà la carriera come produttore, lavorando spesso con Pasolini, mentre Luigi Bazzoni girerà qualche titolo fino alla metà dei Settanta, per poi scomparire dalle scene quasi completamente. 5/10.
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