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La donna del lago

Regia di Luigi Bazzoni, Franco Rossellini vedi scheda film

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La recensione su La donna del lago

di undying
9 stelle

Tra Mario Bava (da cui deriva Valentina Cortese, interprete de "La ragazza che sapeva troppo") e Dario Argento (per la presenza di riprese in soggettiva e un uso accentuato della colonna sonora), si inserisce questo giallo atipico e originale, vagamente ispirato da fatti di cronaca, diretto, scritto e interpretato con talento ed eleganza.

 

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Durante l'inverno lo scrittore Bernard (Peter Baldwin), in cerca di ispirazione, decide di trascorrere un periodo presso un albergo di un piccolo paese contraddistinto dalla presenza di un lago, località frequentata annualmente sin da quando era bambino. In realtà Bernard spera di incontrare Tilde (Virna Lisi), una piacente cameriera dell'hotel che aveva conosciuto l'anno precedente. Con sorpresa, e a malincuore, apprende dall'anziano titolare Enrico (Salvo Randone) che Tilde si è tolto la vita. Sconvolto, anche a causa di rivelazioni circa l'improbabile modalità del suicidio rilasciate dal fotografo Francesco (Pier Giovanni Anchisi), Bernard decide di indagare scoprendo segreti di famiglia che riguardano Enrico, suo figlio Mario (Philippe Leroy) e la moglie di quest'ultimo, Irma (Valentina Cortese).

 

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La donna del lago: malinconico primo piano di Peter Baldwin

 

Ispirati dall'omonimo romanzo di Giovanni Comisso (1962, edito da Longanesi), basato su reali fatti di cronaca noti come "delitti di Alleghe" (paese bellunese teatro degli omicidi) Giulio Questi, Ernesto Gastaldi, Franco Rossellini e Luigi Bazzoni (quest'ultimi due anche registi) scrivono una sceneggiatura impeccabile che affronta l'argomento prediligendo un'impostazione melodrammatica e malinconica. Benché fulcro della storia sia una squallida vicenda di prostituzione, ricatti, tradimenti e omicidi, la pellicola punta tutto sull'ambientazione decadente e tetra di un paese d'alta montagna (imprecisato nel film, con riprese effettuate in realtà a Brunico e Bolsena), le cui caratteristiche climatiche (vento, pioggia e neve) rispecchiano il malessere interiore dell'avvilito protagonista. Con la complicità di un eccellente cast artistico - a cominciare da Baldwin per poi proseguire con credibili e tormentati caratteri di contorno (cui prestano volto Randone, Leroy, Lisi e la Cortese) - Bazzoni e Rossellini pongono rimedio al budget esiguo girando in un suggestivo bianco e nero, nonché facendo procedere il racconto tramite ciclici, intimi e significativi monologhi pronunciati da Bernard. L'uso di una cinematografia quasi sperimentale (si notano diverse soggettive, movimenti di macchina inusuali, punti di vista voyeuristici e suggestive sequenze in campo lungo degli esterni), opera dell'elegante lavoro di Leonida Barboni (1909 - 1970), contribuisce a valorizzare l'estetica del lungometraggio che resta impresso a lungo termine nella mente, dopo la visione, proprio per via dell'impostazione romantica e decadente, che si manifesta sia a livello interiore (in senso psicologico, in tutti i protagonisti), sia a livello ambientale. La donna del lago, oltre a rappresentare una tipologia di giallo italiano all'epoca precursore (ben lontano da temi hitckcockiani e dalle imminenti, predominanti, espressioni metropolitane e gore), vanta la partecipazione di un protagonista decisamente raffinato, garbato e signorile, la cui determinata quanto delicata presenza emerge con assoluto effetto straniante per via del contrasto evidente che lo pone a diretto contatto con una cruda, moralmente abietta, risoluzione del caso.  

 

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La donna del lago: Philippe Leroy 

 

"Chi accresce il sapere, aumenta il dolore."

(Qoelet)

 

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La donna del lago: Peter Baldwin circondato da una vegetazione decadente ma romantica, in piena sintonia con il suo malessere esistenziale

 

F.P. 22/11/2024 - Versione visionata in lingua italiana (durata: 81'32")

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