Regia di William Friedkin vedi scheda film
Alcune sequenze di questo film appartengono ai ricordi della mia infanzia, quando con mio padre incappavamo sempre, su qualche rete privata (poteva essere Odeon) nella sequenza in cui il gruppo si trova la strada sbarrata da un colossale albero. Dopo anni di oblio e parecchie ricerche (quando internet non era così efficiente nell'aiutare a ritrovare un film "dimenticato") ho avuto il piacere di rivedere e gustarmi in tutta la sua bellezza questa vicenda. Al di là di qualche inverosimiglianza nella trama (non ha torto chi pone in risalto il fatto che una qualunque compagnia petrolifera avrebbe uomini e mezzi, soprattutto elicotteri, per poter sedare un incendio provocato in un luogo così remoto, altrettanto inverosimile che una compagnia pressochè baratti la libertà/l'ottenimento di un passaporto di questi soggetti per questo incarico). In ogni caso il cinema come insegnava John Ford, non deve essere sempre coerente agli sviluppi più realistici delle vicende, tantopiù che in questo caso si tratta solo del pretesto per avviare il plot, mentre tutto quanto ne consegue è girato e strutturato a regola d'arte. Sia l'inizio della vicenda, che mostra le motivazioni che hanno condotto i 4 protagonisti in una sperduta e malsana località dell'america centro meridionale, che lo sviluppo a seguito della missione quasi suicida in cui questi andranno ad imbattersi sono apapssionanti ed angosciosi: la traversata sul ponte pericolante, con la piena del fiume e gli alberi che insidiano il passaggio è meravigliosa. Tutti i personaggi sono mossi da una volontà rabbiosa di disfarsi di una situazione in cui sono stati costretti per tornare ad un mondo che per questione di vita o di morte hanno dovuto abbandonare. Nonostante più fonti lo indichino come maggiore causa, imputare l'insuccesso di questo film alla grande platea attratta da Guerre stellari, mi pare azzardato; certamente Il salario della paura si pone con uno sviluppo asciutto e senza fronzoli (da notare che non vi è in pratica alcun personaggio femminile) che necessariamente avrebbe avuto difficoltà ad incontrare chissà quali favori del pubblico. Beffardo il finale che non lascia alcuna possibilità di consolazione.
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