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Il salario della paura

Regia di William Friedkin vedi scheda film

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La recensione su Il salario della paura

di cheftony
9 stelle

We now need experienced truck drivers, men who are willing to do a dangerous job. This job must be done before we re-open our gates and bring back full employment to you people. The men who qualify will receive exceptional wages! Only experienced truck drivers willing to risk their lives can do it. No one else should apply. The company will pay 8'000 pesos to each driver.”

 

 

Diversi stranieri si trovano casualmente a Porvenir, in un angolo dimenticato da Dio da qualche parte in America Latina, dove la miseria la fa da padrona e la presenza statunitense è tangibile sotto forma di compagnia petrolifera.

Fuggire da quel posto è praticamente impossibile, specialmente a causa dei prezzi per pagarsi dei mezzi, della paga da fame degli yankee e dell'obolo da versare alla polizia locale per chiudere un occhio sui documenti falsi coi quali diversi criminali trovano ospitalità. Fra questi, degna di nota è la presenza – sotto il falso nome di Juan Dominguez - del taciturno Jackie Scanlon (Roy Scheider), un tempo autista per una gang del New Jersey decimata in un incidente d'auto durante una fuga. Non genera particolari sbottonamenti sulla propria identità nemmeno il colloquio con Victor Manzon (Bruno Cremer), là noto come Serrano, glaciale banchiere francese coinvolto in una truffa e fuggito per scampare alle conseguenze.

Una tremenda esplosione, probabilmente dolosa, a carico di un pozzo di petrolio sconquassa gli equilibri del paese: la dinamite necessaria ad estinguere l'incendio è stata mal stoccata dalla compagnia e ha rilasciato l'oleosa nitroglicerina, al punto tale da rendere impossibile il trasporto delle casse di dinamite tramite elicotteri, i cui movimenti oscillatori causerebbero un disastro ancor maggiore. Da qui il proclama che può dare una svolta e permettere la fuga da Porvenir: servono temerari che assemblino e guidino due camion attraverso la giungla, fino a portare le casse di dinamite ai petrolieri, al sicuro e intatte.

Si aggiudicano l'incarico proprio Jackie, Victor, il terrorista palestinese Kassem (Amidou) e si mette di mezzo pure uno spietato killer messicano, Nilo (Francisco Rabal); alla guida dei due mezzi, battezzati Sorcerer e Lazaro, i quattro malviventi all'ultima spiaggia devono collaborare, ognuno determinato a salvare la propria pellaccia portando a termine un incarico delicatissimo…

 

Sorcerer” è un titolo poco rinomato, infelicemente uscito una manciata di giorni dopo “Star Wars” nel 1977: l'unanime bocciatura da parte di pubblico e critica – almeno al confronto col blockbuster di George Lucas - ne determinò un parziale oblio. Eppure il potenziale di “Sorcerer” era davvero immenso, ma Friedkin – che in quegli anni era in stato di grazia – accusa almeno due svantaggi: l'assenza di nomi di richiamo nel cast dovuta ai molti rifiuti eccellenti e il suddetto (marchiano) errore distributivo commesso dalla Universal e dalla Paramount, che si occuparono rispettivamente delle fallimentari distribuzioni statunitense e internazionale.

Il film fu un disastro ed era arrivato a costare qualcosa come 21 milioni di dollari, con Friedkin e la sua maniacalità che giocarono un ruolo importante nell'impennata del budget: il buon 'Hurricane Billy', talmente poco amante delle ricostruzioni da pretendere di girare in Iraq il prologo de “L'esorcista”, ha girato la maggior parte di “Sorcerer” in Repubblica Dominicana, non mancando di girare i prologhi relativi ai vari protagonisti in Messico, Francia, New Jersey e Israele. Un pazzo furioso, 'Hurricane Billy', un vero uragano.

 

 

I titoli di coda esprimono una dedica a Henri-Georges Clouzot, regista dell'ottimamente considerato “Vite vendute” con Yves Montand e Folco Lulli, prima trasposizione del romanzo di Arnaud “Le salair de la peur”. Col benestare di entrambi gli autori, Friedkin si basa sulla sceneggiatura di Walon Green e mette in scena un'avvincente ed implacabile sarabanda di esplosioni, contrapposizioni, impeti di violenza da parte dell'uomo, della natura, del fato. “Sorcerer” è un film estremamente cinico, i cui protagonisti sono tutti delinquenti e antieroi, encomiabili nel cercare una personale rivalsa nei confronti di una sorte che ha girato loro le spalle e che, ineludibile come sempre, le volterà loro ancora una volta.

I pezzi che compongono i quattro prologhi trovano la loro composizione rapidamente e il ritmo diventa insostenibile, con i molteplici pericoli del percorso dal centro della giungla alla ditta petrolifera a susseguirsi in modo angosciante, fino al tremendo apice del ponte di corde da attraversare con i camion. La regia di Friedkin, che ha esposto gli attori e la troupe ad ogni genere di rischi (malaria inclusa, che si beccò lui stesso), è magistrale in ogni frangente.

Pur essendo quasi tutti dei ripieghi in fase di casting, gli interpreti sono eccellenti, a cominciare da Roy Scheider, davvero straordinario ma allora criticato persino da Friedkin in quanto ritenuto insufficiente come star; molto bene anche Bruno Cremer, senza nulla togliere all'intensità profusa da Amidou e Francisco Rabal e senza dimenticare la conturbante e adorabile implausibilità della vicenda tutta.

Tanta l'azione e pochissimi i dialoghi in “Sorcerer”, tanto da trovarmi a dover consigliare a chiunque la versione rimasterizzata in formato digitale e in lingua originale nel 2014, curata dallo stesso Friedkin e provvista di sottotitoli in inglese. A proposito di lingue, “Sorcerer” venne girato con tanto di dialoghi in francese, spagnolo e qualche accenno di tedesco; si possono udire i primi dialoghi in inglese dopo ben 16 minuti, altro fattore che al tempo dell'uscita non deve aver riscosso unanime successo. La colonna sonora, composta basandosi solo sulla sceneggiatura e splendidamente impiegata, è opera dei Tangerine Dream, gruppo cardine della Kosmische Musik.

Qualora non fosse chiaro: filmone!

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