Regia di John Frankenheimer vedi scheda film
Burt Lancaster,come Henry Fonda e non troppi altri divi hollywoodiani,è stato per anni la bandiera di un cinema idealista e fieramente democratico,specialmente negli anni Sessanta,molti dei copioni scelti per essere interpretati dall'attore,sono diventati film importanti e progressisti,comunque oggetti di discussione e scambio d'idee.In questo contesto civilista,fa la sua figura "L'uomo di Alcatraz",dramma carcerario-biografico su tal Robert Stroud,detenuto a vita e dedicatosi allo studio e all'accoglienza di uccelli nella sua cella d'isolamento.John Frankenheimer gira un film sobriamente appassionato,interpretato al meglio da un Lancaster incisivo,che svela via via che scorre la pellicola i lati più sensibili del personaggio.Nonostante la lunghezza della proiezione,il lungometraggio procede lineare ,senza cadute di tono o tempi morti,nell'ottica di una storia che cova una tesi garantista onesta e sentita,enunciata in un modo memorabile dal personaggio di Stroud,nell'ultimo dialogo con il direttore ottuso Karl Malden.Nel genere carcerario,uno dei lavori più riusciti.
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