Regia di Emir Kusturica vedi scheda film
Primo film girato espressamente per il cinema da Emir Kusturica, dopo alcuni lungometraggi televisivi, e' l'opera che lo impose all'attenzione internazionale. È un film di memoria come il successivo "Papà è in viaggio d'affari" (che personalmente preferisco) e rappresenta una sorta di romanzo di formazione che racconta le esperienze di un ragazzo sedicenne nella Sarajevo dei primi anni Sessanta. Fra i modelli a cui ha guardato Kusturica c'è naturalmente anche il Fellini di "Amarcord", ma questo Dolly Bell si fa apprezzare per la sobrietà della sua scrittura e il rifiuto di eccessi grotteschi e insistenze caricaturali che si ritroveranno in opere successive (incluse certe scene di "Underground"). Qui invece il regista ci dà una commedia dolce-amara piena di piccoli tocchi di regia, di momenti ispirati nel raccontarci la crescita di Dino, il suo rapporto contrastato con il padre militante comunista, la sua passione per la musica che lo porta ad animare una piccola band locale che suona "24 mila baci" di Celentano, le sue prime esperienze sessuali con una ragazza disinibita che si fa chiamare Dolly Bell. Importante anche la sua credenza nell'ipnosi che gli fa ripetere continuamente "Ogni giorno sotto ogni riguardo progredisco sempre di più".Kusturica racconta con mano leggera e senza mai scadere nella pretenziosita', lo sfondo di Sarajevo è ben inserito e il protagonista Slavko Stimac si raccomanda per estro giovanile. Un film da riscoprire.
Voto 8/10
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