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Tutti a casa

Regia di Luigi Comencini vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Tutti a casa

di axe
9 stelle

Otto settembre 1943. La notizia dell'Armistizio voluto dal Maresciallo Pietro Badoglio si diffonde rapidamente tra i soldati italiani, ma nessuno riceve istruzioni su cosa fare, e, in particolare, come gestire i rapporti con i militari tedeschi, presenti in forze lungo tutta la penisola. I militari della Wehrmacht, invece, sembrano sapere benissimo come operare, ed iniziano a disarmare gli omologhi italiani. In questo pericoloso clima di incertezza, Alberto Innocenzi, un ufficiale di stanza in una caserma del Veneto, il quale, pur senza troppo entusiasmo, ha sempre fatto il suo dovere, essendo ligio ai regolamenti militari, si mette in viaggio in cerca di un altro comando, con alcuni uomini. Dopo alcune peripezie, compreso che i tedeschi sono i nuovi nemici, stabilisce di raggiungere la propria casa, congiuntamente a tre sottoposti, Codegato, Fornaciari e Ceccarelli. Durante il viaggio verso sud, della durata di venti giorni, il gruppo fa esperienza del nuovo ordine impostosi in Italia. Il dominio tedesco, le deportazioni, la guerra partigiana, la persecuzione degli ebrei, il fascismo sopravvissuto tra gli appartenenti alla Repubblica di Salò, la fame e le devastazioni; tutti fenomeni che rendono le speranze dei quattro - la fine della guerra, il ritorno ai proprio cari, un nuovo inizio - non realizzabili. Codegato cade, cercando, unico tra tanti, di proteggere la fuga di una ragazza ebrea; Fornaciari viene arrestato dai fascisti, insieme ad un militare americano, che la sua famiglia, in precedenza, aveva scelto di ospitare in casa; Ceccarelli cade durante i combattimenti delle "Quattro Giornate Di Napoli". Alberto Innocenzi, che non trova nel tornare a casa la gioia che aspettava, compresa la realtà, mette le sua esperienza a disposizione dei combattenti per la libertà. Sono passati circa vent'anni dall'ultima volta che ho visto questa pellicola; valutandolo con un occhio più "maturo", non posso che attestarne l'eccellenza, sotto ogni punto di vista. Tra dramma e riso "amaro", il regista Comencini ci racconta la tragedia di una nazione e del suo esercito, stremati da anni di guerra e lasciati senza guida in balìa di dominatori spietati, e lo fa seguendo il percorso, fisico, ma anche morale, del protagonista Innocenzi. Egli, come, del resto, gli altri militari, dopo un primo momento di smarrimento, comprende in quale stato di caos sia precipitata la nazione. Pertanto, lascia che prevalga l'istinto di tornare "a casa", inteso come l'unico luogo che possa fornire protezione, e, al tempo stesso, che valga la pena di difendere. Nonostante tutt'intorno infuri la guerra civile, Alberto Innocenzi non abbandona il suo atteggiamento, che, grazie alla particolare espressività di Alberto Sordi, che lo interpreta, può sembrare un po' "paraculesco", ma in realtà è assolutamente umano. Assiste - spettatore inerte - allo "sbando" di altri ufficiali, a lui superiori; all'assalto di un autocarro carico di farina; all'arresto della ragazza ebrea e all'assassinio del compagno che ne ha tentato la difesa; al transito dei treni che trasportano, in condizioni disumane, i militari italiani in Germania, per il lavoro forzato; alla lotta fratricida, che ha visto contrapposti italiani contro altri italiani; infine, alla morte di un amico, Ceccarelli, una persona che dalla sua prima apparizione si è mostrata incapace di far male ad una mosca; fatto, questo, che si è verificato dopo il crollo dell'"illusione" circa il ritorno a casa. Alberto, infatti, era riuscito a raggiungere Littoria / Latina, la sua città, ma le cose non erano come immaginava. La sua casa è occupata da estranei, sfollati a causa della guerra; l'anziano padre, rimasto senza lavoro, benchè felice di rivedere il figlio, non esita nello spingerlo ad arruolarsi nell'esercito della costituenda Repubblica di Salò, non tanto per fedeltà al pre-esistente ordine, quanto per poter contare sul reddito di Alberto. Questi eventi, congiuntamente a quanto appreso in precedenza, fanno maturare nel protagonista la consapevolezza per la quale, la pace ed il conseguente ritorno ad una confortante quotidianità, siano ancora lontani, e non si possano ottenere senza una netta presa di posizione. Pertanto, Alberto Innocenzi, smette di "stare a guardare" ed inizia a combattere. Il regista non solo racconta i fatti, di cui possiamo leggere sui libri di Storia, ma anche sa tratteggiare con efficacia il clima sociale dell'epoca. In un caos generale, ognuno tutela i suoi interessi, pensando a rimepirsi lo stomaco e salvare la pelle; ogni slancio di umanità è duramente punito. Scenografie di interni ed esterni, oggetti e costumi confermano tale ricostruzione. Molto spesso vediamo case semidistrutte dai bombardamenti, veicoli malconci, strade percorse da persone male in arnese; ovunque - ove non si vede, si percepisce - è la presenza dell'oppressore germanico. Il ritmo della narrazione è elevato. Le sequenze statiche, che ci consentono di conoscere a fondo il protagonista ed alcuni altri personaggi (interessante in tal senso è il dialogo tra Alberto ed il militare americano) sono intervallate da fasi dinamiche di azione o guerra. In qualche momento si sorride, ma con molta amarezza; il militarismo quasi "di maniera" di Alberto, in contrapposizione alle grandi tragedie che vedremo successivamente attesta la vacuità di una carriera, e di un essere, che non può non trovare omologhe in chissà quante situazioni reali dell'epoca. Tra gli attori, oltre al già citato Alberto Sordi, del quale è impossibile non riscontrare la profonda umanità, nel bene e nel male, ho apprezzato Serge Reggiani nei panni di Ceccarelli, uomo ingenuo nella sua bontà, la cui morte è resa ancor più dolorosa dalla conoscenza della sua indole assertiva e dall'essere stato ucciso, di fatto, sulla "soglia di casa". Buona la colonna sonora; pur con discrezione, accompagna lo spettatore creando ora un'atmosfera tragica, ora un più "leggera", in rapporto agli eventi cui è legata. Opera ottimamente ben realizzata, riesce nell'impresa di emozionare lo spettatore, grazie a personaggi realistici e credibili, nei loro pregi e difetti, travolti da eventi più grandi di loro, e contemporaneamente raccontare un difficile ed importantissimo periodo della nostra Storia recente.

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