Regia di Luigi Comencini vedi scheda film
8 Settembre 1943, l' Italia firma l'armistizio di Cassibile con gli Alleati, da li' in poi nell'Esercito Italiano regnera' il caos piu' completo. Da questo fatto storico in molti vengono colti di sorpresa, tra cui il Tenente Innocenzi (un Alberto Sordi indimenticabile e al massimo della forma) e il suo plotone di soldati di stanza in Trentino Alto Adige, che saranno costretti a decidere, vista l'ostilita' Tedesca nei loro confronti, di tornarsene ognuno a casa propria al CentroSud - consapevoli del fatto che la loro unica speranza di fuggire alla deportazione e alla fucilazione sara' quella di andare incontro ai nuovi "alleati" Americani. Ovviamente il viaggio dal Nord sara' molto lungo e non privo di molte dolorose sorprese e tutti loro si renderanno davvero conto di quanto realmente avessero poco desiderato l'entrata dell'Italia nel conflitto bellico mondiale.
Un anno dopo il Capolavoro di Monicelli, "La Grande Guerra", che trattava il dramma dei soldati al fronte nella Prima Guerra mondiale, Luigi Comencini dirige nuovamente Alberto Sordi in abiti militari per quello che potrebbe essere definito come il suo "ideale " seguito cinematografico. Ennesima vetta del cinema italiano, che sotto le mentite spoglie della commedia, ci narra con precisione documentaristica i fatti di quel tragico periodo, dove anche il militare piu' ligio al dovere si trovo' dinnanzi al suo vero "io" - quello che si adattava alla guerra, con "lei" che gli si incollava addosso fino a togliergli ogni barlume di umanita' ...anche se inconsciamente avrebbe voluto rinnegarla.
Comencini, che a livello artistico conosco poco, non sbaglia nulla e confeziona un film senza retorica e senza eroi - non c'è niente di eroico nei personaggi del film - riuscendo a descrivere in maniera realisitica e senza troppi inutili giri parole cio' che e' stata la seconda guerra mondiale: un orrore che distrusse le menti e uccise popolazioni innocenti.
P.S.: Piccola parte per Eduardo De Filippo, nel ruolo del padre di Alberto Sordi, dove al suo posto avrei preferito il grande Aldo Fabrizi.
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