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Tutti a casa

Regia di Luigi Comencini vedi scheda film

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La recensione su Tutti a casa

di Baliverna
10 stelle

Secondo me il titolo appartiene ai migliori film italiani in assoluto. Io quella volta non c'ero, ma il ritratto dello sbandamento e del disordine successivo all'armistizio Badoglio ha tutto il sapore della realtà e del realismo. Comencini dirige con mano sicura, senza inutili didascalismi, senza retorica, e senza ideologia, lasciando parlare i nudi fatti e i personaggi (tutti ben definiti). Il regista riesce inoltre nel difficile connubio tra tragedia e commedia, e pure la sceneggiatura è di quelle a prova di bomba, cioè dei mitici Age e Scarpelli (assieme al regista Comencini e futuro regista Marcello Fondato): comunque la fantasia, l'ironia, la sincerità, l'umanità, i dialoghi che filano lisci sono il marchio di fabbrica Age & Scarpelli. Evidentemente è a loro che va il merito della straordinaria girandola di avventure e personaggi che popolano il film, senza che venga a mancare il senso di coesione e unità.
Alberto Sordi dà una delle migliori interpretazioni della sua carriera, e riesce a rendere la lenta ma effettiva metamorfosi del personaggio da opportunista e vile, a uomo capace di rischiare la propria vita per gli altri. Via dalla retorica e dagli schemi militari, il contatto con la gente comune e la sofferenza lo fanno maturare umanamente. Tuttavia accadono anche certi episodi, come quello del camion di farina, che lo mettono davanti a tutta la sua meschinità. E' quella sana vergogna che purifica dentro.
Il film sa appassionare anche perché riesce nel rappresentare la crudeltà indiscriminata della guerra, tutte le inutili tragedie che produce. Guardando certi episodi è quasi inevitabile chiedersi come certe cose siano potute accadere.
Molto bravi trovo anche Serge Reggiani e Eduardo De Filippo. Menzione di merito per l'attore che interpreta il vicino fascista (chi è?).
Alcune sequenze capolavoro: il passaggio del Po e la fuga con la ragazza ebrea (la sempre bella Carla Gravina), il camion di farina saccheggiato, e l'episodio finale della chiesa. Una sequenza proprio divertente? L'abbuffata sul treno dalla valigia di Ceccarelli.
Quando il cinema italiano sapeva essere grande.

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