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Mr. Wonderful

Regia di Anthony Minghella vedi scheda film

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La recensione su Mr. Wonderful

di FilmTv Rivista
4 stelle

Motore dell'azione: la ricerca dell'anima gemella. Protagonisti: due giovani italo-americani che si sono sposati quando erano ragazzi, hanno divorziato e ancora sussultano e litigano furiosamente ogni volta che si incontrano. Conclusione evidente fin dalla prima scena: Matt Dillon e Annabella Sciorra, sotto sotto, si amano ancora, ma hanno troppo carattere e aspirazioni troppo diverse per ammetterlo persino con se stessi. Lei si è iscritta all'università, vuole studiare e imparare ed è costantemente stupefatta dalla quantità di libri che esistono al mondo. Lui fa il tecnico elettricista, è fiero di essere un operaio e sogna di riaprire un vecchio bowling abbandonato insieme a un gruppo di amici. Ma deve versare gli alimenti alla ex moglie. Perciò, quale idea migliore, per sbarazzarsi di questa "tassa", di trovarle un'anima gemella, un Mr Wonderful da sposare? Commedia sentimentale che riecheggia nel tema e nel tono le divaganti nevrosi di Singles e di Insonnia d'amore, Mister Wonderful soffre ( a differenza dei film di Cameron Crowe e di Nora Ephron) di una sceneggiatura piuttosto piatta, che mette in gioco un sacco di personaggi (la nuova fidanzata e gli amici di lui, le loro famiglie, tutti i successivi fidanzati di lei), ma non riesce a inventare più di un paio di situazioni. Dialoghi gradevoli, ma non abbastanza frizzanti da sostenere 1 ora e mezzo di film; regia senza sorprese di Anthony Minghella (che aveva dimostrato più talento nel suo primo film, Truly, Madly, Deeply); recitazione convenzionale e spesso stucchevole di Annabella Sciorra e Mary-Louise Parker (davvero tutta un repertorio di tic e mossette tra Actors Studio e miniserie Tv). Matt Dillon fa quel che può, ma non conferma il bel ritorno di Singles (dov'era il grunge sbrindellato). Appesantito rispetto ai vent'anni di Rusty il selvaggio, si destreggia da bravo ragazzo in una parte tutta fisicità che avrebbe richiesto l'istinto di un giovane De Niro o l'agilità scattante di un Gary Oldman. Quello più in parte di tutti è William Hurt: professore un po' stempiato, che ha una relazione tutta sesso e classici con la studentessa Sciorra, Hurt ha maturato con gli anni una bella capacità di prendersi in giro. Sa tirarsi fuori di scena al momento giusto, sa far cadere le battute con classe, sa rimandare con un'occhiata ad altre storie. Avrebbe potuto rubare il film, se ci fosse stato qualcosa da rubare.

 

Recensione pubblicata su FilmTV numero 25 del 1994

Autore: Emanula Martini

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