Regia di Alain Resnais vedi scheda film
Ammirevole film documentario sull'orrore dei campi di concentramento nazisti diretto nel 1955 da Alain Resnais, qualche anno prima del suo debutto nel lungometraggio con l'acclamato Hiroshima, mon amour. Notte e nebbia è un film di eccezionale importanza dal punto di vista della testimonianza storiografica (da notare che Resnais fu davvero uno dei primi a mettere il dito nella piaga, poichè quegli orrori restavano ancora sostanzialmente sconosciuti alle masse al momento dell'uscita del film), ma anche una vera opera d'arte, un film splendidamente diretto dove l'integrazione fra il montaggio delle immagini, il commento in voce off dello scrittore ex-partigiano Jean Cayrol e la musica di Hanns Eisler è praticamente perfetta. Molto efficace anche l'alternanza fra colore e bianco e nero, fra scene girate appositamente nei luoghi ormai abbandonati che furono testimoni di quei crimini e la rievocazione asciutta e sobria delle varie fasi dello sterminio (nella parte finale vi sono immagini disturbanti e agghiaccianti nel loro realismo di cadaveri ammassati, ma l'uso che ne fa Resnais è quanto di più lontano dal sensazionalismo e dall'effettismo).
Al momento della sua uscita il film fu accolto con entusiasmo da molti critici fra cui Truffaut, che ne scrisse una recensione appassionata di cui riporto di seguito alcuni estratti, perchè mi sembra la migliore testimonianza sul film.
"Tutta la forza di questo film a colori che si apre con immagini di erbe spuntate ai piedi delle rovine, risiede in quel tono di una dolcezza terribile che hanno saputo trovare e conservare Resnais e Cayrol (che ha scritto il commento). Notte e nebbia è proprio un'interrogazione che ci chiama in causa tutti: non siamo forse tutti dei "deportatori", non potremmo divenirlo tutti, almeno per complicità? Il lavoro di Resnais, combinando un reportage a colori e dei documenti d'epoca in bianco e nero, è stato di togliere a questi ultimi tutta la loro teatralità macabra e il loro orribile pittoresco per obbligare noi spettatori a reagire con il nostro cervello piuttosto che con i nostri nervi. Dopo aver guardato quegli strani prigionieri di trenta chili, capiamo facilmente che Notte e nebbia è il contrario di quei film di cui si dice che ci si sente migliori dopo averli visti. Mentre la mdp di Resnais sfiora l'erba ricresciuta e visita i campi abbandonati, Cayrol ci informa sul rituale concentrazionario e si interroga sordamente su "noi che fingiamo di credere che tutto ciò appartiene a una sola epoca e a un solo paese e che non pensiamo a guardare attorno a noi e che non ascoltiamo che si grida senza fine". Ogni giorno si girano kilometri di pellicola negli studios del mondo intero: per una sera, dobbiamo dimenticare la nostra qualità di critici o spettatori. E' l'uomo che sta dentro di noi di cui si parla, che deve aprire gli occhi e interrogarsi a sua volta. Notte e nebbia fa sparire per qualche ora dalla nostra memoria tutti i film: bisogna vederlo assolutamente". (François Truffaut, "Les films de ma vie", Ed. Flammarion).
Voto 9/10
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