Regia di Henry King vedi scheda film
Perplesso. Un western ambientato in Africa, stesse modalità inverosimili con carovana messa a cerchio attaccata da migliaia di Zulù che si lasciano respingere da poche decine di uomini non si sa bene perchè, visto che all'epoca i fucili erano ad un colpo solo e quindi, a distanza ravvicinata, equivalevano ad una lancia anzi meno. Sospensione dell'incredulità al massimo livello.
La storia ha dietro palesemente una mano femminile, con questo amore tormentato che si realizza solo dopo anni (ma quando mai!) e dopo peripezie alquanto improbabili. La protagonista è di una assoluta antipatia, e questo magari ci può stare, certo non aiuta l'immedesimazione, e anche lui non è esattamente il massimo. Un Tyrone Power con le braccine secche che poco si addicono ad un combattente leader carismatico (Power?!), e di una inespressività sconcertante. Meglio la figlia, detto tra noi, almeno ha fatto sempre parti molto 'fisiche' che più o meno le calzavano. Le fans del bel Tyrone saranno scandalizzate, ma a me, in questo film (non è che ne abbia visti molti con lui) questa impressione ha fatto.
C'è poi la faccenda della collocazione d'epoca, con i neri raccontati come pittoreschi popoli dediti alle danze e agli esorcismi e, quando non sono gli ostili Zulù, servi fedeli dei bianchi per i quali lavorano. Sarà anche tutto vero, ma un certo fastidio per la visione così abbozzata lascia percepire lo scorrere di una vena di razzismo. Ma vabbè, è soprattutto un raccontone d'amore e d'avventura, forse non è il caso di scomodare analisi sociologico/politiche, va giudicato come un film di genere. E in questo senso, come si evince da quanto detto sopra, comunque non un granchè. Belle le ambientazioni e, anche se inverosimili, le scene d'azione, niente di più.
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