Regia di Douglas Sirk vedi scheda film
Volevo vedere Lontano dal Paradiso e Carol di Todd Haynes, però mi è stato consigliato di rimandare il tutto dopo aver visto qualche melodramma di Douglas Sirk, e questo Secondo Amore (1955), era il film ideale per cominciare con questo regista. Aspettare tre giorni dalla visione in questo caso ha giovato, poiché sul momento non gli avrei dato di certo la massima valutazione per via di un finale dai molteplici difetti dal punto di vista narrativo, ma andiamo con ordine.
Sirk ambienta il film in una piccola comunità della provincia americana con la sua routine e dalla visione del mondo di piccole vedute se non proprio chiusa e restia a qualsiasi novità.
Una tempesta che scuote questo piccolo posto è rappresentato dall'innamoramento della vedova quarantenne Cary (Jane Wyman ex moglie di Ronald Reagan sigh!) verso il più giovane giardiniere Ron Kirby (Rock Hudson), scatenando le chiacchiere e le maldicenze del paese, nonché lo sconcerto dei figli che si mostreranno ostili a questa prospettiva.
Sirk usa il genere melodramma, per fare la sua analisi sulla società perbenista piccolo-borghese americana degli anni 50', riuscendo in tutto questo a far coesistere la critica sociale con la storia d'amore tra queste due persone, senza che nessuno dei due elementi prevalga troppo sull'altro, così che alla fine ci si ritrova un perfetto esempio di come gestire un film di "genere".
Cary a 40 anni si sente tutto tranne che sessualmente finita e per questo non le và di risposarsi con un uomo ricco molto più anziano di lei come vorrebbe il conformismo sociale. La relazione con Ron è una decisa botta di vita, nonché un modo di vedere finalmente la vita da una prospettiva differente da quella del materialismo piccolo-borghese. Ron infatti non gli interessa niente di cosa la società pensi di lui (vive fuori il paese, tra i monti con amici che non si interessano minimamente della differenza di età o del ceto sociale differente dei due) ed impone a Cary una scelta netta e decisa sul da farsi per il futuro. Il giardiniere vorrebbe sposarla, ma contrariamente alle convenzioni dei film romantici, è la donna ad avere forti dubbi, poiché questo significherebbe sottoporsi alla gogna dei pettegolezzi del paese a cui lei risulta incapace di sottrarsi per lungo tempo (il circolo come luogo di accettazione sociale, è onnipresente nella sua mente).
Pure i suoi due figli Ned e Clay (studentessa di psicanalisi Freudiana, una mezza rincoglionita che psicanalizza tutto, ma risulta incapace di capire e comprendere la madre), le si scagliano contro accusandola di egoismo e di dare scandalo. Tale relazione minaccia i propri interessi che una volta raggiunti, porteranno a far si che i due figli la lasceranno in solitudine innanzi ad una TV regalatale per Natale.
La visione del regista è chiara anche per le scelte cromatiche utilizzate. La fotografia è volutamente anti-naturalista, ma porta a galla la situazione relazionale tra Cary e Ron. I colori caldi dalle tonalità cariche presenti negli interni danno l'idea di un ambiente si accogliente, ma anche artefatto ed immobile a qualsiasi cambiamento, mentre i colori freddi netti, simboleggiano un amore puro ed incontaminato nella natura, non essendo soggetto alle sovrastrutture sociali.
Non vale la pena sacrificarsi per l'altro è né di rinunciare alla propria felicità per paura delle chiacchiere e maldicenze di una società gretta, meschina, finto-puritana, moralista e repressa, poiché questo porterebbe ad un conformismo sociale distruttivo e lesivo della propria dignità, trasformandoci in un soggetto succube di una società massificata che nella televisione ha trovato la sua arma più compiuta. Tale mezzo lungi dal dare compagnia a chi è solo, non fa' altro che proiettare sul proprio schermo il riflesso della solitudine del telespettatore, il quale si aliena nelle sue immagini.
Wyman aveva 39 anni ed è autrice di una perfomance perfettamente calibrata e sincera nel mettere in scena una donna di mezza età che si sente rinascere dentro per questo sentimento che germoglia nuovamente in lei. Scevra da stucchevoli manierismi, la sua abilità recitativa fa' percepire la sua sottile venatura de gelosia ed inadeguatezza, quando il giardiniere Ron interagisce con ragazze più giovani di lei, che risultano più esuberanti ed intraprendenti. Rock Hudson invece viene sopraffatto dalla sua partner risultando legnosamente artefatto (meno male che Wyman compensa molto), tanto da dare meno concretezza e troppo astrattismo al suo personaggio (inoltre ho trovato fastidioso il suo ciuffo).
Altri difetti sono qualche dialogo troppo ordinario virato sul melodramma ed un finale che arriva dopo 10 minuti di appendici nel tirare le fila della narrazione scadendo eccessivamente nel drammone patetista, riuscendo poi a riscattarsi con l'immagine finale.
C'è da dire che lo stesso Sirk trovava la sceneggiatura poco originale e lo sviluppo "inverosimile", tanto da dover compiere un lavoro enorme sull'immagine per dare spessore e qualità a questo film.
Nonostante ciò, i difetti sono utilizzati dal regista per arrivare a dimostrare la sua tesi su tali premesse; non vale la pena sacrificarsi per un sistema sociale che vuole solo il tuo appiattimento, poiché composto da individui repressi incapaci di vivere pienamente la loro vita e per questo un bel "Fuck You" al sistema, risulta doveroso. C'è da dire che in virtù di tutto questo, il film dopo oltre 70 anni risulta perfettamente fruibile, poiché é anche scevro da stucchevoli romanticismi o urla e strepiti isterici, tipici di tali film.
Film aggiunto alla playlist dei capolavori : //www.filmtv.it/playlist/703149/capolavori-di-una-vita-al-cinema-tracce-per-una-cineteca-for/#rfr:user-96297
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta