Regia di Norman McLeod vedi scheda film
George Kerby (Cary Grant) e la moglie Marion (Constance Bennett) sono due eccentrici miliardari. Tanto matti da lasciare di punto in bianco la festa del loro anniversario, che dura da due giorni, per recarsi a Wall Street dove George è atteso da una barbosa riunione per l'approvazione del bilancio della banca di cui è maggiore azionista. Ad occuparsi dell'istituto bancario c'è Cosmo Topper (Roland Young) che non ha in gran simpatia i modi del giovane e spavaldo riccone. Se i Kerby sono novelli Fitzgerald impegnati a guidare auto sportive e a festeggiare nei club alla moda di New York, ballando e sorseggiando coppe di champagne, tutt'altro che preoccupati di dormire all'addiaccio a bordo della loro automobile dopo una notte di bagordi, il loro amministratore è, a contrario, un uomo dedito al lavoro, regolato da una vita matrimoniale tediosa e metodica, scandita dalle lancette dell'orologio e da un menage famigliare sempre uguale a se stesso. L'incontro tra i Kerby e Topper tuttavia incrina le noiose certezze del banchiere che sente il peso degli anni e di una moglie che ne regola la quotidianità come un comadandante dell'esercito che coostringe i suoi soldatini ad obbedire ad inutili ordini.
È quello splendido modello decappottabile dai raffinati sedili bianchi e dalle suadenti linee bombate a cambiare la vita dei gaudenti coniugi Kerby e del loro protetto, il direttore Cosmo Topper. L'alta velocità, una curva pericolosa ed ecco i Kerby a doversi impegnare per raggranellare almeno una buona azione che permetta loro di essere accolti con gli "squilli di tromba" che spettano alle anime dei giusti. Perché non aiutare allora il povero "Toppie" suggerisce una Marion sempre più trasparente al marito George, affinché possa godersi la vita e smuovere le chete acque salmastre del proprio matrimonio?
È proprio pazzerello questo film di Norman Z. McLeod. Sembra tagliato con l'accetta ma ha il merito di farci rivivere la vita di Francis Scott Fitzgerald e Zelda Sayre che negli anni 20 illuminarono la scena con la loro "Joie de vivre" e con comportamenti eccessivi e dissoluti che ben presto divennero mito. "Topper" rievoca lo stile di vita dell'età del jazz guardando ad una stagione festosa e strabiliante che gli americani degli anni '30 guardavano con nostalgia. Il film ne evocava senz' altro il ritorno, in quel 1937 in cui il crack economico era abbastanza lontano da sembrare sbiadito. I venti di guerra, invece, non erano ancora all'orizzonte e si poteva tornare a sognare gli anni magici del primo dopoguerra. McLeod, nell'acclamare i fasti del passato, esorcizza quel mondo insano degli affari, crudele e tipizzato, con una divertente satira rivolta, in primis, al settore bancario, che decretò la fine del sogno americano, in secundis, alla borghesia capitalista che del primo era diretta sembianza.
La strampalata storiella di ectoplasmi e coniugi da rivitalizzare è piacevole e non si prende troppo sul serio rendendo la satira piccante e divertente. "Se suo marito vuole quelle se le metta!" dice il piccato maggiordomo (Alan Mowbray) alla sua padrona (Billie Burke) parlando di un paio di mutande che adesso metterebbe la nonna ma all'epoca potevano sembrare poco consone all'ambiente puritano della borghesia newyorkese. È senza dubbio la battuta più osè e dissacrante perché messa in bocca ad un subalterno ai danni della ricca padrona di casa. Un motto che smaschera le ubbie della buona società e l'ipocrisia di chi, per stare in alto metteva l'apparenza davanti ad ogni sostanza.
Roland Young candidato all'Oscar. Fascinoso Cary Grant in un ruolo iconoclasta. Constance Bennett luminosa da trasfigurare in luce radiosa. Completamente a suo agio nel ruolo della divertita, spensierata e giocosa Marrion rivaleggia a distanza con Billie Burke nel dar vita ad un ruolo femminile emancipato e sconveniente che si scontra con la donna regina del focolare della collega.
Pregevoli gli effetti speciali che raggiungono l'apoteosi quando Costance Bennett mima il gesto di una tenda da campeggio che si chiude facendo sparire Marion al suo interno lasciando presagire al povero Topper lo scatenarsi di un mare di guai. Saranno davvero molti fino all'immancabile ed irrinunciabile end.
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