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L'oro di Napoli

Regia di Vittorio De Sica vedi scheda film

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La recensione su L'oro di Napoli

di will kane
8 stelle

Dal libro omonimo di Giuseppe Marotta,Vittorio De Sica trasse un film a episodi (sei),coprodotto da Carlo De Ponti e Dino De Laurentiis,quando ancora facevano coppia e finanziavano progetti importanti,e infatti nella pellicola hanno ruoli di primo piano le due mogli dei produttori,Sophia Loren e Silvana Mangano.Buon successo al botteghino,"L'oro di Napoli" mette in scena drammi e riso,miseria ed estro,filosofia e pietà:dall'episodio più poetico,"Il funeralino",che narra appunto il funerale di un bimbo povero,con i piccoli che seguono e raccolgono confetti,a due storie di donne belle e desiderate,come "Teresa" ,con la Mangano ex-prostituta sposa e "Pizze a credito" con la fedifraga Loren al centro di un inghippo in cui la sua pizzaiola procace dovrà usare la sua scaltrezza,coadiuvata da un pizzico di fortuna per non far scoprire al marito le sue tresche,al pover'uomo Totò,con numerosa famiglia a carico,che deve subire la presenza di un camorrista in casa,fino alla stizzosa partita a carte del nobile viziato De Sica con il figlio del portiere del proprio palazzo,alla lezione di filosofia spicciola del professor De Filippo.Il film,come tutti quelli a episodi,è diseguale,non tutti i segmenti sono di medesima riuscita,però nell'insieme è una pellicola di valore,ben recitata e diretta,in cui il celebre occhio di riguardo di Vittorio De Sica per l'infanzia risalta,come nella tenerissima inquadratura del bimbo che accarezza il proprio gattino,mentre il nobile dà prova di ben poca signorilità andandosene continuando a inveire.E si ride,pure,con l'irresistibile momento del passaggio dello spocchioso duca di fronte a quelli che considera e tratta come plebe,con mezzo rione che lo chiama "Duca Alfonso Maria Santagata De Fornari",e fa deflagrare un "pernacchio" meravigliosamente liberatorio.

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