Regia di David Gordon Green vedi scheda film
FESTA DEL CINEMA ROMA 2017
Una storia vera, di chi la vita se la deve reinventare di nuovo, specie se un attentato ti porta via le gambe, e tu non hai nessuna voglia di fare l’eroe, ma solo di sparire.
Durante la maratona di Boston del 2013, una bomba esplode e cambia la vita a Jeff Bauman. Dovrà ripartire da una sedia a rotelle ed impersonarsi, suo malgrado, a simbolo della Boston che resiste.
Era andato ad applaudire la sua ragazza, Erin, che ora gli dedica anima e corpo, nonostante ci sia da combattere con una mamma possessiva ed il carattere stressatissimo di Jeff.
C'è un corpo dilaniato da mandare avanti, con le difficoltà pratiche che tutti immaginiamo, la dipendenza dagli altri, l'impossibilità della vita comune di ogni giorno. C'è da combattere con la stanchezza, la voglia di non esporsi mentre tutti paradossalmente ti eleggono ad emblema.
Jeff ha paura, ha bisogno di Erin, dei suoi amici, della madre, anche del calore della gente che in qualche modo compensa di quel maledetto assurgere alla ribalta.
Jake Gillenhall mette sufficientemente a fuoco il disagio, gli scatti di rabbia, la pacata ironia di Jeff, anche se a volte sembra incastrato anche lui in un cliché ripetitivo, forse non voluto, magari dettato da scelte registiche, come se stesse prigioniero di una sedia a rotelle ancor più del vero Jeff, e le sue mosse, limitate a spesso a viso e mani, facciano fatica ad adeguarsi al nuovo status.
Comunque una storia che riesce ad accaparrare il consenso dello spettatore, un eroe positivo che rinasce, un'operazione cinematografica diligente a rischio zero.
Ci piace ma non può certo esaltarci.
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