Regia di David Gordon Green vedi scheda film
FESTA DEL CINEMA DI ROMA 2017 - SELEZIONE UFFICIALE
La tragedia dell'attentato alla maratona di Boston del 2013 viene ripercorso come sfondo al dramma personale occorso, a causa di questo vile attentto, al giovane Jeff Bauman, un giovane innamorato della propria fidanzata che lo ha lasciato, e che si presenta d sorpresa alla cerimonia per farsi notare da rei, partecipante alla prestigiosa corsa.
Il film ripercorre la tragedia, il dolore, lo shock, la sofferenza per la riabilitazione, e si sofferma sul disagio psicologico di un ragazzo che diviene, tutto ad un tratto, il simbolo e l'orgoglio di una nazione paladina delle libertà, ferita a morte dal fanatismo di stampo che usa la religione come mezzo per giustficare vigliacche azioni repressive e dimostrative devastanti, sempre a danno degli innocenti.
Ma - ed è l'aspetto più interessante di un film tutt'altro che innovativo e originale - ci descrive le sensazioni di impotenza e di disagio di un giovane additato come eroe che si rende cnto, lui per primo, di essere stato solo l'uomo giusto nel posto sbagliato, e di non avere nulla di eroico se non la determinazione di riprendersi la propria vita e amare e vivere come la persona che fu prima della tragedia.
Per la regia dello spesso sin troppo convenzionale ed edificante David Gordon Green, che qui non fa eccezione alla sua indole abitudinaria di paladino del ciché "all american people", la tragedia della strage alla maratona di Boston del 2013 viene pertanto rivissuta nel dramma di un Jeff Bauman che è accorso in sala scortato dal divo Gyllenhall, anche produttore del film, con le sue protesi in evidenza ed accolto da ovazioni del pubblico.
Jake Gyllenhall, indbbiamente bravo a calarsi nella parte, diviene con questo film l'attore fino ad ora più in odore di Oscar di ogni altro concorrente maschile.
Jake Gyllenhall e Jef Bauman ieri sera all'anteprima di Stronger presso la sala Sinopoli dell'Auditorium Parco della Musica in Roma
Stronger, titolo che prende spunto dal nome affettuosamente e riconoscentemente attribuito dai cittadino di Boston al loro "eroe" (chiamato "Boston strong") è un film che non rinuncia a celebrare in tutti i modi e platealmente, lacrimevolmente e non senza tendenziosità l'enfasi del mito americano cattraverso la sublimazione di un sentimentalismo spesso debordante ed oltre ogni controllo plausibile.
Ciò detto senza nulla togliere, ovviamente, alla tragedia occorsa al coraggioso Bauman, eroe suo malgrado.
Nella parte della madre molto attaccata alla
bottiglia e vulnerabile, perennemente alla ricerca dello scoop anche per cercare di assicurare un futuro al figlio ormai menomato, ritroviamo, ed è una gran coa, l'ottima Miranda Richardson, pure lei in odore di Oscar, come attrice non protagonista.
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