Regia di Joon-ho Bong vedi scheda film
Non so se in "quella" specifica inquadratura del film Okja sta effettivamente parlando a Mija o se invece si limita a respirarle addosso, ma quella scena “segreta” è di per sé magnifica.
Okja: (Big) Pig in the City (la versione pucciosa di Gwoemul).
I SuperMaiali durano una sola estate/adolescenza (e vanno ghiotti di kaki non ancora maturi).
E sono, tanto collateralmente quanto inequivocabilmente, animali intelligenti: nel prologo Okja non riesce a togliersi la “proverbiale” (il mito di Androclo e il leone, dalle fiabe/favole di Esopo e Fedro sino alla modernità) spina (in questo caso un intero doppio riccio di castagno) dalla zampa, ma riesce a calcolare in un baleno il rapporto di causa-effetto tra peso, distanza, accelerazione, velocità, forza, vettori, tempo, traiettoria, momento angolare per salvare Mija.
“Okja” è un film che raggiunge il suo climax orrorifico durante lo stupro di un maiale [un po' suino e un po' cane, ippopotamo, rinoceronte, sirenide (lamantino, dugongo), con in più un non so che di dragofortuna obeso, glabro e...monomammellato], e quale poetica migliore se non quella iperrealista (“Memories of Murder”, “the Mother”) e surrealista (“Gwoemul”, “SnowPiercer”) di Bong Joon-Ho - sua è la sceneggiatura scritta in collaborazione con Joe Ronson ("the Men Who Stare at Goats", "Frank") - per mettere in scena un momento simile. No question mark.
Darius Khondji si destreggia con la consueta, duttile ed inventiva abilità tra la lussureggiante naturalità del montagnoso entroterra coreano composto parimenti da forestale wilderness e terrazzamenti coltivati, mentre la giovane protagonista Ahn Seo-hyun - classe '04: “the HouseMaid” di Im Sang-soo ('10) e “the Yellow Sea” di Na Hong-jin” ('11) - non solo si trova ad interagire con un cast folle (Tilda Swinton - in una via di mezzo tra Paris Hilton e Daniela Santanché -, Jake Gyllenhaal - che sembra un incrocio tra Steve Irwin/Luca Sardella e Zoolander sotto metanfetamina -, Paul Dano, Giancarlo “Gus” Esposito, Shirley Henderson...), ma anche con Okja stessa, creatura tanto digitale quanto “animatronica”, interagente dal vero durante le riprese tramite pezzi di pupazzo trasportati/indossati (quarti di bestia o integrali tute di schiuma di lattice e gommapiuma) per il set dalla squadra di Erik-Jan de Boer dei Method Studios (qui una bellissima intervista di Art of VFX).
Assolutamente degna di nota (positiva) la riuscita finale dell'utilizzo su schermo del brano nato dalla collaborazione tra il giovane autore della colonna sonora, Jung Jae-Il, e la gypsy-brass band balcanica (macedone) Dzambo Agusevi Orchestra: l'atmosfera della scena d'inseguimento in cui è utilizzato ricorda un po' lo stesso “straniamento” prov(oc)ato con il jazz/blues di Yoko Kanno/the SeatBelts per “CowBoy BeBop” e con lo stesso “Barking Dogs Never Bite”, film d'esordio del regista nel lungometraggio.
Non so se, in una delle ultime inquadrature del film, Okja sta effettivamente parlando a Mija [dopo che in molte sequenze durante la narrazione si è visto accadere il contrario, con la ragazzina a confidare all'orecchio/scatola nera del super suino i suoi segreti/sentimenti/considerazioni, novella Mr. Chow (Tony Leung) sospeso in trasferta cambogiana, tra “In the Mood for Love” e “2046”, a non rivelare il suo amore per Mrs. Su/Chan (Maggie Cheung) al buco scavato nel tronco di un albero tra le mura del tempio khmer di Angkor Wat], o se invece si limita a respirarle addosso, ma quella scena “segreta” è di per sé magnifica.
Note.
• “The Simpsons Already Did It!”
Dougie (il Generale Distruzione) a Butters (il Professor Caos) – “South Park”, stag. 6, ep. 7 (“the Simpsons Already Did It”), 2002
“the Simpsons”, stag. 19, ep. 17 (“Apocalypse Cow”), 2007-'08
• Like a Pig on the Wing.
You know that I care / what happens to you,
and I know that you care / for me too.
So I don’t feel alone / or the weight of the stone,
now that I’ve found somewhere safe / to bury my bone,
and any fool knows a dog needs a home:
a shelter / from men on the wing.
• Bibliografia.
– Jeremy Rifkin - “Beyond Beef - the Rise and Fall of the Cattle Culture” - 1992 (“Ecocidio - Ascesa e Caduta della Cultura della Carne” - Mondadori - 2001)
– J. M. Coetzee - “the Lives of Animals” - 1999 (“le Vite degli Animali” - Adelphi - 2000) --- “È stato dai mattatoi di Chicago che i nazisti hanno imparato a lavorare industrialmente i corpi.”
– Michel Faber - “Under the Skin” - 2000 (“Sotto la Pelle” - Einaudi - 2000)
– Eric Schlosser - “Fast Food Nation” - 2001 (Marco Tropea - 2002)
– J. M. Coetzee - “Elizabeth Costello” (contiene ''the Lives of Animals'') - 2003 (Einaudi - 2004 : non contiene ''the Lives of Animals'')
– Richard Linklater - "Fast Food Nation" - 2006
– Michel Pollan - “the Omnivore's Dilemma - a Natural History of Four Meals” - 2006 (“il Dilemma dell'Onnivoro” - Adelphi - 2008)
– Jonathan Safran Foer - “Eating Animals” - 2009 (“Se Niente Importa - Perché Mangiamo gli Animali?” - Guanda - 2010)
– Jonathan Glazer - "Under the Skin" - 2013
PS. Posto che, cit., "La traduzione è sacra" (per l'appunto...), a chiunque esprima un giudizio sul film reduce dalla versione doppiata andrebbero graffettate le palpebre e incatramati i padiglioni auricolari.
* * * ½ (¾)
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