Regia di Antonio Leonviola vedi scheda film
Un bambino fugge dall’orrenda famiglia adottiva che lo ha appena prelevato dall’orfanotrofio e va in cerca della danzatrice classica che ha scelto come mamma dopo averne visto una foto sul giornale: lei è perplessa, lo accoglie con gentilezza ma lo considera un intralcio alla carriera. Favoletta edificante, che però non dimentica di stare raccontando il dramma di un bambino solo e in cerca di affetti; si perde un po’ nella parte centrale, quando bisogna seguire le trascurabili vicende sentimentali della ballerina contesa fra un regista e un informatore farmaceutico, ma si ritrova verso la fine. De Sica compare solo in quattro scene, ogni volta in un ruolo diverso e sempre in uniforme, ma la sua presenza aleggia dovunque; anche il motivo musicale è simile a quello di Miracolo a Milano. Il bambino ha una faccia da autentico paraculo: cosa che alla lunga può risultare controproducente, come a chi cerca di fare troppo il simpatico. Resta un mistero da dove siano usciti i due articoli determinativi nel titolo secondo il database: nei dizionari di cinema, nelle voci di IMDb e di Wikipedia, nella locandina e nei titoli di testa non ci sono.
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