Regia di Antonio Leonviola vedi scheda film
E' un film leggero, insolito, ingenuo, tuttavia non sciocco. L'obiettivo è rappresentare una vicenda - a metà tra fantasia e realtà - che fosse figura della storia della salvezza cristiana: il bambinello che sceglie la madre (l'Incarnazione), la trova, e forma una famiglia con il padre putativo. Queste sono le sole analogie con la Sacra Scrittura, e lo sono su un piano molto materiale, scevro da ogni aspetto soprannaturale. Il parallelo con la Bibbia potrebbe sembrare molto ambizioso, e forse lo è di per sé, tuttavia il regista lo porta avanti con un tono leggero e quasi svagato, che si rifà all'innocenza e al modo di essere dei bambini. Il risultato pertanto non è affatto velleitario o elevato, ma anzi colpisce per quanto è minimalista e piacevolmente ingenuo.
La vicenda è popolata da buffi personaggi, come i due acrobati, o i quattro interpretati da Vittorio De Sica (uno di questi è Dio...). Il bambino si fa strada con la sua ingenuità e la sua determinazione insieme, e finisce per sbaragliare le resistenze di una ballerina che pensa solo alla carriera e del suo fidanzato che non può soffrire i bambini. C'è anche Mario Carotenuto in una parte secondaria, attore capace che però si vedeva spesso relegato alle commedie di serie C degli anni '60 e '70. Simpatica e carina Vera Cecova.
PS: Il sogno iniziale è accettabile, ma non veramente riuscito. Ciò a riprova del fatto che bisogna essere proprio grandi per rappresentare bene i sogni al cinema (Bunuel, Bergman, Pasolini...).
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