Regia di Karim Dridi vedi scheda film
Quando gli ammazzano a tradimento il fratello, al giovane Sofiane non resta che scoprirne i responsabili. Per questo motivo verrà invischiato in una storia di droga che lo trascinerà in una scia di sangue e regolamento di conti. Il clan dei marsigliesi si aggiorna alle banlieue dei nostri giorni in un film teso, sovraeccitato, ma un po' confuso.
FESTIVAL DI CANNES 2016 - SEANCE SPECIALE
Nella Marsiglia della banlieue, dove individui trascorrono le giornate sui tetti a terrazza dei palazzi popolari spesso fatiscenti a controllare tatticamente i movimenti del mercato che si sviluppa nei bassifondi, un giovane boss fa ritorno alla propria famiglia, dispensando regali e soldi per tutti. Poco dopo viene ucciso a bruciapelo proprio sotto casa. Il fratello Sofiane, di poco più giovsne, si metterà alla ricerca dei veri responsabili, che troverà in ambiti molto più vicini a quelli di altre bande rivali. Verrà invischiato per tale motivo in un commercio di stupefacenti che sarà il presupposto per dar vita ad un sanguinoso regolamento dei conti.
Dinamico e girato con il rispetto di ritmo e realismo, il film di Karim Dridi ci scarventa nel ghetto, dove i quartieri popolari marsigliesi lasciano il posto alle colline incolte e dorate di erba rinsecchita, ove gli aspiranti bos si esercitano sparando da lontano raffiche di mitra su cartelloni pubblicitari esposti al massacro.
Il film, concitato e piuttosto dinamicamente ben diretto, ha una dinamica un pò tortuosa e complessa, ma nel suo complesso funziona piuttoato bene, pur non dando spazio ad originalità di vicende e senza una regia in qualche modo innovativa.
Chouf è (anche) il suono onomatopeico dell'arma che spara e penetra corpi, vittime di una vera e propria gerra di quartiere che pare inevitabile nella pur spendda e grande città del sud della Francia.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta