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Casotto

Regia di Sergio Citti vedi scheda film

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La recensione su Casotto

di hallorann
8 stelle

E’ possibile ambientare un film in un casotto da spiaggia? Sì, Sergio Citti ne è stato capace. CASOTTO, infatti è appunto una cabina collocata sulla spiaggia di Ostia e racconta la giornata al mare vista da un interno di un eterogeneo gruppo di persone. Tra queste troviamo una famigliola composta da nonno, nonna, nipotino e nipote incinta da sistemare, un cugino allocco al loro seguito, due benzinai “morti de fame”, un assicuratore armato di cintura di castità e due donne, uno strano prete, due parrucchieri, due militari ossessionati dalla forma fisica e due ragazze “scaricate” un po’ da tutti. S.Citti, sottoproletario romano, già consulente linguistico per i romanzi di P.P.Pasolini poi suo aiutoregista e sempre sotto l’egida dello scrittore-poeta-regista friulano nel 1970 debutta come regista. Dopo OSTIA e STORIE SCELLERATE, entrambi drammatici, nel 1976-77 passa a una storia ilare e spassosa, nonostante il ricordo dell’assassinio di Pasolini fosse ancora recente. Ma Citti, autore unico del cinema italiano, uomo coerente e umile che non è sceso mai a compromessi con le logiche di mercato, ha sempre fatto un cinema povero di mezzi ma ricco di idee, popolare ma poetico, comico ma anticommerciale, profondo ma mai tedioso. CASOTTO è la summa di tutte queste qualità, aggiungendo i temi consueti delle sue storie: la fame, l’amore e la morte, ma anche lo sguardo impietoso, cinico sulla nostra umanità, sulle sue ipocrisie di fondo e così spesso in questa pellicola “ridendo castigat mores”. Egli poi, come detto, ha sempre girato film a basso budget, ma con cast di alto livello, sia attori italiani che stranieri hanno sovente lavorato a paga sindacale rinunciando al cachet, proprio come in CASOTTO dove affianco ad attori feticcio come il fratello Franco e Ninetto Davoli troviamo C.Deneuve (l’Ingenuità nel sogno proiettiano, l’unico esterno del film) e addirittura una giovanissima Jodie Foster. Nel film prodotto dagli indipendenti M.Berardi e G.Piccioli per la Medusa preberlusconiana, le gare di bravura si sprecano da un esilarante G.Proietti all’imberbe M.Placido, da U.Tognazzi a M.Melato fino ad un ottimo P.Stoppa.

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