Regia di Martin Herbert (Alberto De Martino) vedi scheda film
Tony Saitta è uno sbirro senza troppi scrupoli. Quando sua sorella muore in circostanze poco chiare, Saitta si convince che il principale indiziato sia in realtà innocente, mentre il vero assassino è ancora a piede libero. Trovarlo diventa il suo unico pensiero.
Ci sono un paio di evidenti differenze dal poliziottesco (poliziesco all'italiana, truce, caotico e amorale) medio; la prima sta nell'ambientazione: invece della solita metropoli del Belpaese, troviamo qui una città del Canada, Montreal. La seconda consiste nel casting, che pesca interpreti americani anche di un certo spessore (Martin Landau, Stuart Whitman, John Saxon) e non usufruisce dei significativi volti caratteristici delle seconde linee del cinema nostrano per i ruoli marginali. Per il resto bene o male Una magnum special per Tony Saitta ricalca i canoni del genere: lo sbirro che si ritiene al di sopra della legge subisce un torto personale e decide di applicare la sua personalissima versione della giustizia, che in realtà si sovrappone piuttosto al concetto di vendetta. Il film è tutto qui, con un colpo di scena aggiuntivo nel finale; la sceneggiatura di Vincent Mann e Frank Clark funziona nei limiti di ciò che qui serve: azione, violenza, inseguimenti, spacconerie varie e quel minimo di intrigo richiesto alla trama per fare il suo dovere. Dietro ai due pseudonimi si cela una coppia di esperti scrittori di cinema di genere, d'altronde: rispettivamente Vincenzo Mannino e Gianfranco Clerici. Alberto De Martino si firma poi come Martin Herbert; questa è una delle sue ultime pellicole, poichè la sua carriera di onesto mestierante della macchina da presa declinerà al declinare del cinema di serie B. 3,5/10.
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