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Il buio si avvicina

Regia di Kathryn Bigelow vedi scheda film

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La recensione su Il buio si avvicina

di Stefano L
8 stelle

Near Dark (1987) - STUDIOCANAL

 

"Near Dark" è uno di quei b-movie di cui vieni a sapere in maniera del tutto casuale, seppur ti rimangano in mente. La pellicola ha una storia non ordinaria, la quale miscela in maniera persuasiva personaggi cupi, truculenti e raccapriccianti effetti splatter, e una formidabile musica new wave di sottofondo, eseguita dai Tangerine Dream (quest'ultima è caratteristica comune tra i lungometraggi della compagnia indipendente "Deg"). La trama racconta le disavventure di un giovane del Midwest, Caleb (Adrian Pasdar), sedotto da una ragazza enigmatica (Jenny Wright), e conseguentemente coinvolto nelle oscure vicende di una famiglia di vampiri nomadi. Ciò che segue è un continuo contrasto tra due mondi, quello le cui persone vivono di notte e l'altro ambientato di giorno. L'unico collegamento sono i tramonti e le albe. Vengono esposti infatti numerosi frammenti ove Caleb cammina con il crepuscolo serale sullo sfondo. Teoricamente, questo è l'unico momento in cui entrambi gli scenari possono coesistere. Il non-morto può ancora sopravvivere alla luce fioca del calar del sole; quest'immagine marca un elemento visivo chiave che rimembra i film western. La sceneggiatura di Kathryn Bigelow ed Eric Red decostruisce quindi gli stilemi classici, sciorinando una produzione low-budget originale. Mettendo da parte l'atmosfera decisamente europea del Dracula di Bram Stoker, la regista canadese si orienta verso un lavoro revisionista lontano dal retaggio gotico, riconoscendo comunque che i mostri letterari danno l'impressione di essere poco più che riflessi dei nostri desideri, paure e impulsi interiori; non mostra alcuna limitazione nel suo uso del simbolismo visivo e tematico, evitando delle rappresentazioni esplicite, ovvie. Un esempio è la scena dove Caleb, che si rifiuta di uccidere, beve dall'incisione al polso di Mae; viene inquadrata l'alimentazione di una pompa dell'olio, evocando un'associazione tra la macchina e un cuore umano. Lo script fa anche diverse allusioni al vampirismo inteso come una sorta di tossicodipendenza: queste creature assetate di sangue sembrano emblemi del decadimento e della ribellione agli occhi di una società neoconservatrice. La cinematografia intanto cattura la bellezza inquietante della periferia rurale, attraverso ampie riprese di campi coltivati e strade bagnate di pioggia durante la notte. Memorabili le performance del cast principale: oltre a una chimica saliente tra Pasdar e Wright, Bill Paxton nei panni del ferale Severen riesce a perpetrare un fascino sinistro assolutamente singolare e terrificante. Lance Henrickson è altresì rimarchevole nel ruolo del leader freddo e meticoloso del gruppo, Jesse, mentre Jenette Goldstein (Diamondback), sexy e letale, agisce da figura materna nei confronti di Homer (Joshua John Miller). Avrebbe dovuto avere qualche spiegazione maggiormente elaborata il processo di “catarsi” tramite trasfusione. "Near Dark" rimane però qualcosa di unico nell’ambito horror. Sofisticato e spesso sorprendente, conferma il talento della Bigelow.

 

 

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