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La vedovella

Regia di Silvio Siano vedi scheda film

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La recensione su La vedovella

di mm40
4 stelle

Susanna esercita il mestiere più antico del mondo, a Milano. Morendo, un facoltoso barone suo cliente abituale le lascia un castello al sud come eredità. La bella ragazza arriva così in un paesino sperduto dove tutti la credono la vedova del barone e, nonostante la giunta del luogo abbia in mente di impadronirsi del castello al posto suo, Susanna riesce a spuntarla, nonché a trovarsi un fidanzato.


Quarant'anni prima di Melinda e Melinda (2004), il semisconosciuto Silvio Siano tenta un esperimento molto simile a quello che affascinerà in seguito Woody Allen: partire dai medesimi presupposti per raccontare separatamente un dramma e una commedia. Il dittico firmato Siano si compone di due titoli in tutta evidenza antitetici: questo La vedovella e il coevo La donnaccia; se in quest'ultimo i toni erano tesi e cupi, con tracce di denuncia sociale, è abbastanza chiaro che qui ci troviamo invece nei territori della farsa, della risata in salsa popolare. Tutto piuttosto scanzonato, mai greve nonostante l'idea di incentrare la trama su una prostituta – siamo d'altronde nel 1964: la censura in Italia è ancora parecchio potente; ma soprattutto de La vedovella colpisce il buonissimo cast che comprende, tra gli altri, Margaret Lee, Umberto D'Orsi, Peppino De Filippo, Alberto Bonucci, Aroldo Tieri, Felix Martin, Dolores Palumbo, Giacomo Furia e Riccardo Billi. Probabilmente è questo il lavoro, tra i due, su cui il regista ha avuto più aspettative e lo si può intuire anche dalla validissima confezione, così come dalla produzione italofrancese che presume una distribuzione internazionale. Interessante la quantità delle firme tra i crediti di scrittura: il soggetto è di Siano, Sabatino Ciuffini e Camillo Marino; la sceneggiatura dei primi due, del già citato Furia, di Guido Castaldo e di Georges Combret. A conti fatti, però, la frivolezza fine a sé stessa del racconto di questa pellicola non può competere con la profondità di sguardo de La donnaccia; si parla di due lavori assolutamente da riscoprire, in ogni caso. 4/10.

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