Regia di Luis Buñuel vedi scheda film
Secondo e ultimo lungometraggio realizzato nella natia Spagna dal genio Luis Bunuel, trasferitosi in Messico per motivi politici, "Tristana" fu realizzato a distanza di alcuni anni dall'enorme scandalo di "Viridiana", ma stavolta la censura franchista ci andò cauta e il regista dovette contenersi nelle sue abituali provocazioni, anche se il racconto resta fra i suoi più acidi e cattivi.
Tratto da un romanzo di Benito Perez Galdos che, a quanto pare, lo stesso Bunuel riteneva tra le sue prove meno valide, "Tristana" è un racconto di formazione in negativo, un'analisi delle dinamiche di potere all'interno dei rapporti umani, la storia di una vittima che si trasforma in carnefice ripagando con lo stesso male, se non peggio, chi si era approfittato della sua innocente disponibilità, che nel film resta però molto ambigua, segno di un pessimismo inesorabile da parte del regista. Il film concentra le sue qualità e la sua suggestione essenzialmente nella magistrale definizione dei caratteri e nella pittura d'ambiente, dato che stavolta Bunuel sceglie un tipo di narrazione classica, molto meno onirica e surreale rispetto ai suoi lavori precedenti. Tristana, don Lope, Anselmo e Saturna sono i volti di una Spagna arretrata, ancora arroccata su posizioni reazionarie che il regista irride con sarcasmo, piena di contraddizioni nonostante l'apparente progressismo (Lope non sopporta i preti e alla fine ne diviene amico, ostenta ideali anarchici di facciata che si rigira a proprio uso e consumo). Il racconto è oggettivo ma allo stesso tempo aperto a diverse possibili interpretazioni, che non escludono una lettura più marcatamente politica che, come in "Viridiana", critica ferocemente l'immobilismo sociale che aveva caratterizzato gli anni del Franchismo, anche se qui il regista si rifugia in una Toledo anni Venti che ricorda le esperienze della sua giovinezza.
Gli attori sono diretti come meglio non si potrebbe, soprattutto un Fernando Rey che prolunga idealmente la figura dell'hidalgo ormai in decadenza già abbozzata in "Viridiana", una Catherine Deneuve che disegna con sottile perfidia la trasformazione del personaggio, anche se nella versione originale del film è doppiata, un Franco Nero in una partecipazione di lusso e la brava Lola Gaos nei panni della governante Saturna. Tecnicamente girato con la consueta perizia ed eleganza delle opere ormai mature, "Tristana" non è ancora un film testamento ma già rivela molto sui tormenti più intimi dell'anziano don Luis, fu un buon successo internazionale e merita sicuramente di venire annoverato fra le sue opere più affascinanti e compiute.
Voto 9/10
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