Regia di Robert Mulligan vedi scheda film
Nel sud degli Stati Uniti, fra grande depressione e tensioni razziali, un avvocato rimasto vedovo cerca di educare nel modo migliore i due figlioletti. La spina dorsale del film è una vicenda giudiziaria: un nero viene condannato per lo stupro di una bianca, nonostante la sua palese innocenza. Però non si limita a essere un’onesta opera di denuncia: è soprattutto la storia di una crescita interiore, raccontata senza pesantezze e senza toni didattici dalla bambina ormai diventata adulta. Lei e il fratellino scoprono che i pregiudizi possono annidarsi anche in un ambiente sanamente liberal come la loro famiglia, imparano a immedesimarsi nel punto di vista dell’altro e a vincere la paura per il “buio oltre la siepe” dell’azzeccatissimo titolo italiano; dopo una scena da thriller la tensione si allenta in un meraviglioso finale liberatorio, in cui si possono percorrere senza più nessun timore i pochi metri che separano la casa del presunto mostro dalla propria. Gregory Peck fornisce una delle prove più convincenti della sua carriera; ma resta indimenticabile la piccola e simpaticissima Mary Badham, che dopo qualche anno abbandonò il cinema.
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