Regia di Robert Mulligan vedi scheda film
Davvero grandioso. Intramontabile. Sempiterno nella sua sconcertante attualità. Uno di quei film che andrebbero visti senza remore, almeno una volta nella vita. Tratto dal mirabile romanzo omonimo di Harper Lee, da esso attinge la forza perturbante delle tematiche e della formativa storia narrata dalla protagonista ormai adulta, in ricordo degli anni (effettivamente una notte in particolare) insieme più terribili e più belli di tutta la sua vita. A tal proposito, consiglio di guardare con attenzione gli oggetti mostrati all'inizio, perché sono importanti e ritorneranno nel corso degli eventi.
Ai pregi della fonte cartacea si uniscono l'ottima caratterizzazione personaggi e le stupende prove da parte degli attori. Tutti riconoscono il talento ed elogiano Gregory Peck (Atticus Finch), però io non dimenticherei affatto i due bambini, Mary Badham (Jean "Scout" Finch) e Philip Alford (Jeremy "Jem" Finch), oltre al sorprendente ed intenso esordio di Robert Duvall (Arthur "Boo" Radley).
Ad essere sincero, ero indeciso sulle cinque stelle. Perché il libro è ancor più bello. Qualcosa qui è mancato, bisogna ammetterlo, ma si sa... è entrato nella storia del cinema... e tutto sommato tali imperfezioni si rivelano essere solo una flebile "macchia", non in grado assolutamente di offuscare lo splendore dell'opera nel suo complesso.
Dalla quarta di copertina: «In una cittadina del "profondo" Sud degli Stati Uniti l'onesto avvocato Atticus Finch è incaricato della difesa d'ufficio di un negro accusato di violenza carnale; riuscirà a dimostrarne l'innocenza, ma il negro sarà ugualmente condannato a morte. La vicenda, che è solo l'episodio centrale del romanzo, è raccontata dalla piccola Scout, la figlia di Atticus, un Huckleberry in gonnella, che scandalizza le signore con un linguaggio non proprio ortodosso, testimone e protagonista di fatti che nella loro atrocità e violenza non riescono mai ad essere più grandi di lei. Nel suo raccontare lieve e veloce, ironico e pietoso, rivive il mondo dell'infanzia che è un po' di tutti noi, con i suoi miti, le sue emozioni, le sue scoperte, in pagine di grande rigore stilistico e condotte con bravura eccezionale».
Ottima composizione del grande Elmer Bernstein. Belle musiche, senza dubbio. Vinse pure qualche premio e riconoscimento, se non erro.
Avrei voluto rivivere il libro nella sua pienezza, ma non si può avere tutto nella vita. Talvolta occorre accontentarsi.
Probabilmente questo è il suo capolavoro.
Superlativo Atticus Finch. Oscar davvero meritato.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta