Regia di Robert Mulligan vedi scheda film
Oggi che un nero è insediato alla Casa Bianca, è più facile dire che il razzismo è superato( a proposito, qui da noi non mi sembra tanto), ma ancor prima che Sidney Poitier potesse divenire una star, "Il buio oltre la siepe" comportò un'importante riflessione sul problema, e intelligentemente la vicenda che narra è collocata in uno dei periodi più bui, economicamente e quindi socialmente parlando.Sono sempre stato arciconvinto che la questione razzista prosperi dove l'ignoranza e il disagio sociale sono robusti, e che la casta più bassa e quindi vituperata dal resto della società non aspetti che una categoria ancor messa peggio per accanirvisi contro, con il beneplacito delle classi altissime o alte cui tutto ciò fa comodo: detto questo,la versione filmica del romanzo di Harper Lee, sodale di Truman Capote, è realizzata da Robert Mulligan con tutti i crismi del miglior cinema di impegno civile, sottolineando quanto brutta e ingiusta possa essere una società, nel caso l'americana, ma non è questo il punto, e però anche quanto una buona cultura di base e un insegnamento ad accettare il diverso(non solo chi è di un'altra razza, ma anche chi è diversamente abile) possano migliorare la stessa. Mossa decisamente vincente, poi, il fatto che la storia sia filtrata dall'ottica di due bambini, per cui la violenza, o le persone brutali, abbiano una parvenza quasi fiabesca;Gregory Peck, interprete da sempre impegnato in fiere battaglie democratiche, è ottimo nell'impersonare l'avvocato povero ma di altissima dignità ed educazione Atticus Finch e Robert Duvall ha un ruolo brevissimo ma fondamentale.Toccante il momento che vede il "presunto mostro" e la bambina finalmente uno di fronte all'altra e l'adulto con la mente di un bimbo sorride alla piccola.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta