Regia di Michael Winner vedi scheda film
Difficile stabilire se nella scelta finale della polizia, che - analizzate le statistiche da cui risulta che per l'azione del giustiziere è crollato il tasso di criminalità a New York ma si è anche creato un pericoloso fenomeno di emulazione - decide di non arrestare il cittadino Kersey siano ravvisabili le caratteristiche del fascismo. Forse, analizzando bene i fenomeni, non è così, perché se fascismo è organizzare le squadracce (o le ronde, che anche qui da noi qualcuno malvestito di verde aveva proposto), questo è proprio ciò che le autorità di pubblica sicurezza newyorkesi vogliono evitare, mentre il loro obiettivo è quello di restaurare, per quanto possibile, il binomio "legge e ordine", che è più probabilmente carattere distintivo di una destra occidentale talvolta intransigente ma non fascista. E del resto il rispetto della legge è proprio ciò per cui la polizia in senso lato è stata (o sarebbe stata) inventata.
Di sicuro quello di Winner, che trova in Bronson una perfetta icona, è comunque un attacco virulento alla sinistra imbelle degli obiettori di coscienza (lo dico dal loro punto di vista, in quanto anch'io sono obiettore di coscienza all'uso delle armi), per certi versi narrativamente squilibrato. Ora, è pur vero che a un certo punto, armato della sua calibro 32 l'ingegner Kersey si aggira di notte nei posti più malfamati in cerca di feccia umana (lo dico ancora nell'ottica degli autori del film) da abbattere, ma che davvero tutti questi criminali - nella cui maggioranza hanno i tratti inconfondibili dell'immigrato portoricano, con la chioma simil Jackson 5 - cerchino di rapinare proprio uno con la faccia poco raccomandabile di Charles Bronson mi sembra poco credibile: si vede che non erano mai andati al cinema.
L'attore d'origine lituana incarna perfettamente l'uomo che, a causa di un trauma subito (l'iniziale scena di violenza ha una sua efficace e stilizzata brutalità, che fa pensare quasi alle analoghe sequenze di Arancia meccanica, depurate però del loro aspetto operistico), impugna la pistola per "ripulire" la città e diventa, da questo momento in poi una vera icona, vicina al Clint Easwood dell'ispettore Callaghan. Seguiti e parodie (una anche con Franco Franchi: Il giustiziere di mezzogiorno) ne scolpiscono la mitologia.
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