Regia di Alfonso Brescia vedi scheda film
Gennaro, ambulante abusivo, non sopporta due persone: il boss del quartiere e un giovane mariuolo dall'ugola d'oro, che gli insidia la figlia. Si scontra duramente con il primo, ma al secondo dovrà cedere la mano della ragazza.
Dopo dieci film girati insieme in poco più di tre anni (1978-1981), la coppia Brescia-Merola, regista il primo e il secondo protagonista, decide di svecchiare la formula standard del loro tipico film (una sceneggiata napoletana con malavita, buoni sentimenti, onore, famiglia) con l'inserimento di un nuovo elemento di spicco nella trama (e nella locandina): lo scugnizzo astro nascente della canzone melodica partenopea, Nino D'Angelo. Già visto in Celebrità di Nino Grassia l'anno precedente, D'Angelo si inserisce a perfezione nel canovaccio con un personaggio scrittogli addosso, così come non ci sono sorprese di alcun tipo neppure per Merola, padre di famiglia premuroso e fuorilegge seriale manesco febbrilmente geloso della moglie. Tutto prevedibile, ma quantomeno più frizzante, con più carne al fuoco del solito nella sceneggiatura che Brescia firma insieme a Lorenzo Gicca (Palli, secondo cognome che non compare nei crediti); da segnalare l'inserto onirico/visionario con Merola e la Di Benedetto nel teatrino delle marionette: un momento poetico davvero riuscito. A ogni modo, "per amanti del genere" è il classico commento che può essere speso per una pellicola di questo stampo. Nel cast compaiono anche Gianni Ciardo, Lucio Montanaro, Antonio Allocca (impegnati in parti leggere), Nello Pazzafini (ovviamente il cattivo della situazione) e ancora la già citata Ida Di Benedetto, Antonio Ferrante e Roberta Olivieri. Il sodalizio fra il regista e i due cantanti campani (che nel finale si esbiscono anche insieme) proseguirà nel successivo Giuramento (1982). 3/10.
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