Regia di Lucio Fulci vedi scheda film
Uno dei più grandi esercizi di realismo del cinema italiano, con scene indimenticabili.
Andiamo ancora indietro nel tempo...5 anni prima del mitico thriller "Sette note in nero"(vd ultima recensione): Lucio Fulci non era ancora conosciuto come il Romero nostrano, visto che i suoi morti viventi appaiono a cavallo tra fine anni 70 e inizio 80, ma aveva diretto qualche thriller e commedie con Franchi e Ingrassia (vd recensione I due della legione). Nell'anno 1972 attua una vera e propria summa del suo stile, come afferma la rivista Nocturno, e comincia a stuzzicare notevolmente i censori, ma soprattutto ambienta questo giallo neorealista in un paese del mezzogiorno, cosa davvero insolita per le pellicole orrorifiche: infatti il punto forte del film è l'estremo realismo, sia dell'ambiente, con paesani col linciaggio facile e pargoli all'oratorio, con i loro primi impulsi sessuali, sia della violenza (davvero divina la scena del massacro di non vi dico chi, perché odio fare spoiler, in cui le ferite fanno davvero impressione e resteranno nella mia mente accompagnate da una dolce canzone d'amore di Ornella Vanoni, Quei giorni insieme a te). Ma il realismo è stato anche la causa del divieto ai 18 anni e una scena di nudo della Bouchet di fronte ad un bambino costò a Fulci una denuncia; persino la Disney si mosse, ma a mio parere inutilmente, visto che il"paperino" del titolo allude ai bambini. Inquietante la colonna sonora di Riz Ortolani (famoso anche per quella di Cannibal holocaust) e bravi gli attori, in particolare la Bolkan, che rende al meglio il personaggio più interessante del film. Penso che abbiate capito che l'assassino in questo film ce l'ha coi bambini e bisogna notare che le accuse dei paesani ricadono sempre sui più emarginati, bersagliati alla prima occasione. Fulci firma dunque un altro suo gioiellino di tensione.
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