Regia di Lucio Fulci vedi scheda film
Una miriade di applausi ha chiuso (ma si applaudiva pure durante alcune scene come quella nel cimitero con la splendida canzone in sottofondo!!!) la versione restaurata dalla Scuola Nazionale di Cinema di questo capolavoro assoluto alla sua presentazione al Torino Film Festival (ex "Festival Cinema Giovani"). Lucio Fulci affronta gli scheletri nell'armadio delle province di alcune zone dell'entroterra meridionale raccontando di assurde superstizioni, di violenza ai minori, di difficoltà di crescita, di pedofilia (ma questa non è accertata!), di miseria, di arretratezza, di difficoltà di inserimento con i moderni (secondo i canoni dell'epoca!) abitanti di città industrializzate (senza fare razzismi o troppi sarcasmi però all'epoca c'era la diceria che da quelle parti la donna doveva stare chiusa in casa o uscire vestitissima e gli uomini erano rappresentati -luogo comune!- con la coppola e la lupara a tracolla -Sì! Lo so! Il film è ambientato in Lucania e non in Sicilia ma era per fare un esempio!!!- quindi capirete come doveva sentirsi una bonazza come Barbara Bouchet -che pure si faceva le canne!- lì in mezzo e come la guardavano male i concittadini!!!). Comunque il regista non si permette moralismi ma si limita ad usare il materiale citato per costruire una storia carica di tensione dalla prima all'ultima (grandiosa! chi ha visto sà...ma non togliamo la sorpresa a chi deve ancora vederlo!) sequenza!!!
Al suo meglio!!!
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