Regia di Lucio Fulci vedi scheda film
Tra i film di Fulci, è sicuramente uno dei migliori, grazie ad un'accuratezza tecnica che il regista romano non sempre ha saputo ottenere per i suoi lavori, spesso girati con due soldi. Con un cast d'eccellenza per un'opera del genere (e di genere), Fulci sa ottenere un risultato di tutto rispetto per una pellicola che si pone sulla falsariga dei primi film di Dario Argento. Quanto il film di Fulci perde in tensione narrativa e tenuta spettacolare, rispetto alle coeve opere di Argento, guadagna in ambizioni sociologiche e nel coraggio di parlare di tematiche (l'arretratezza del sud, la passione della gente per la magia, bianca e nera, il linciaggio dei presunti colpevoli, la corruzione dell'infanzia, il disagio dei preti, il ruolo della magistratura e della stampa, eccetera) che restano d'attualità a quasi quarant'anni di distanza. Ottimi i comprimari (Ugo D'Alessio tra tutti); non bravissima ma bellissima la Bouchet. (3 aprile 2008)
Alcuni ragazzini di un paesino del sud d'Italia vengono uccisi barbaramente. Primo sospettato lo scemo del villaggio, che però non c'entra niente. Seconda sospettata una fattucchiera mezza demente e resa selvaggia dalla morte del figlioletto. Dopo il linciaggio di quest'ultima si scopre che neanche lei era l'assassina.
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