Regia di Lucio Fulci vedi scheda film
Bistrattato dalla critica nostrana alla sua uscita nelle sale, NON SI SEVIZIA UN PAPERINO si guadagnerà negli anni 90' una clamorosa quanto generosa rivalutazione, tanto da essere acclamato come uno dei migliori thriller/gialli mai realizzati in Italia. La pellicola diretta da Lucio Fulci si ispira a uno sconvolgente fatto di cronaca: cinque omicidi avvenuti a Bitonto tra il 1971 e il 1972, che avevano come vittime cinque bambini, tra i quali un infante di soli trenta giorni. Crimini che non troveranno mai un colpevole. Storia malsana e morbosa ambientata in un paesino dell'entroterra della Basilicata in provincia di Matera, nonostante i personaggi parlino un dialetto più riconducibile a quello siciliano. Fulci ha una gran voglia di provocare e far arrabbiare la chiesa cattolica e i benpensanti, tanto da avere non pochi problemi con la censura e la magistratura. Il film funziona sia a livello interpretativo che registico, meno da quello prettamente narrativo, con il movente degli omicidi quantomeno forzato e inverosimile. Non mancano inoltre cadute di tono negli effetti splatter che diventano ridicolamente grotteschi, e non mi riferisco allla crudele e brutale scena dell'omicidio del personaggio interpretato da Florinda Bolkan, ma al ritrovamento del cadavere del bambino nella vasca (un ridicolissimo manichino), e nel finale, quando l'assassino cade dal dirupo sfracellandosi contro le rocce (anche qui un'altrettanto ridicolissimo manichino). La parte più interessante del film e' quella prettamente sociologica e antropologica, con la descrizione di un sud-Italia rurale ancorato a credenze ataviche e ancestrali, dove regnano ignoranza, superstizioni e diffidenza. Particolarmente azzeccati in questo senso e ottimamente interpretati i personaggi della maciara che vive allo stato brado nei boschi e che pratica la magia nera, e quello del maturo fattucchiere zio Francesco, interpretati rispettivamente da Florinda Bolkan e dall'attore Franco-irlandese Georges Wilson.
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