Regia di Frank Tashlin vedi scheda film
"Noi dobbiamo andare dove si guadagna di più, e oggi dalle nostre ricerche di mercato si guadagna di più che in ogni altro campo della medicina nella psichiatria. Quindi dobbiamo avere ricoverati più malati psichiatrici. E dove si trovano oggi più pazzi, sempre secondo la nostra ricerca sono nella società dello spettacolo, persino un 2% in più che in quella dei politici che prima credevamo fosse lei quella con più pazzi, e invece lo è ma per numero di deficienti, non pazzi, che la intraprendono. Quindi dobbiamo andare a cercare i mentecatti nella società dello spettacolo. E avremo allora in cura qui, da noi, moltitudini di registi pazzi, sceneggiatori pazzi, attori pazzi, ecc. e poi D.ssa Howard si ricordi di scacciare quella pezzente, da qui in avanti niente denari niente letti!"
Everett Sloane/Mr. Tuffington doppiato da Bruno Persa, dir.re della clinica privata ospedaliera Whitestone, a Glenda Farrell/Franca Dominici riferendosi a Susan Oliver/Maria Pia Di Meo, la ragazza ricoverata per un tentativo di suicidio in "Pazzi, pupe e pillole"(The Disorderly Orderly)(Usa 1964), Frank Tashlin, Jerry Lewis.
Profetico se c'è ne è uno, e centrato come tutti i progetti di Lewis con Tashlin ma anche da solo degli anni '60, è da vedere assolutamente soprattutto in anni post farsemia covid 1984- tempi oscuri su cui quasi nessuno che si occupa di cinema e spettacolo ha avuto il fegato di prendere una posizione non da servi piegati-, e in questo periodo possibilmente in contemporanea a "Dopesick'' e "Painkiller", per quanto riguarda la privatizzazione della sanità, e una società globalmente sempre più schiava degli enormi interessi dell'industria farmaceutica, la quale non guarda in faccia ovviamente a nessuno.
Le gag e le battute di Lewis infermiere quasi medico per un esame, catastroficamente pasticcione ma dal cuore d'oro in un sistema sempre più dominato dal profitto e dagli interessi pervasivi e invasivi dappertutto, sono semplicemente geniali e in alcuni casi clamorose per come colgono il segno senza fare sconti nè prigionieri di alcun tipo.
Basti tutta l'idea della distruzione delle piramidi di lattine di conserve in altari consumistici al supermercato, e alla vernice rosso sangue addosso al vestito del malvagio Mr. Tuffington, il cui colore ha tutto uno scopo in funzione del finale catastrofico demenziale di inseguimenti con le autoambulanze e le lettighe, che Landis nella sua comicità con acrobazie e incidenti apocalittici in qualche modo porterà alle estreme conseguenze in "The Blues Brothers", e no non è un caso nemmeno che ci sia in entrambi Kathleen Freeman.
Un pò datate le parentesi sentimentali, ma con considerazioni non banali sulla spendibilità del protagonista con le donne solo se "sexy e di successo economico", quello che esattamente non è, è d'altronde Lewis in certe considerazioni dei suoi film e di alcune dichiarazioni e interviste sui rapporti tra i sessi, è stato in tempi demenziali recenti, accusato di sessismo e tutte quelle balle che finiscono con "ismi" che piacciono tanto a chi si occupa per tutta la vita di cause grottesche e perse.
Chissà se la Paramount visti gli interessi ramificati in ogni consiglio di amministrazione e partecipata o consociata, oggi potrebbe permettersi di produrre una commedia dall'alta visibilità come questa, e onore a Lewis per essere riuscito così concisamente in 80' e con le armi della sua grande comicità e di una sceneggiatura da grandi professionisti, ad avere probabilmente realizzato la sua opera più ambiziosa e importante, sempre coadiuvato da un regista eccellente e diretto, dal ritmo ed economia dei tempi comici, inventiva nelle riprese e mai pretenziosità inutili, semplicemente perfetto per Lewis, come Tashlin.
John Nada
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