Regia di John G. Avildsen vedi scheda film
Daniel (Ralph Macchio) si trasferisce in una nuova città. L’integrazione è difficile: alcuni bulli lo pestano continuamente e la sola Ali (Elizabeth Shue), “ragazza delle colline”, ma in realtà umile e socievole, sembra accettarlo realmente nella nuova realtà. Nonostante una mamma goffa e pedante, Daniel riuscirà, con l’aiuto del signor Miyagi (Noriyuki “Pat” Morita), a rifarsi con gli interessi, dei soprusi subiti.
Il film è un mito per un’intera generazione, per le citazioni, le situazioni, i dialoghi e soprattutto per i due personaggi interpretati da Macchio (nella sua interpretazione migliore e più famosa) e Morita (anche lui quasi desaparecido dopo aver concluso la serie di “Karate Kid”). Solo la Shue esce da questo film con tante prospettive lavorative (i sequel di Ritorno al Futuro 2 o “Il santo”); per questa ragione, come Perkins per “Psycho”, i due protagonisti rimangono indissolubilmente legati a questa pellicola e ne sono il simbolo. Il film è delicato e poetico: l’insegnamento di Miyagi è per la vita, non per il karate.
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