Regia di Leo McCarey vedi scheda film
Gradevole, ma al di sotto di tante altre commedie di quegli anni, da Lubitsch a Capra; rivisto, diverte meno ancora, anche se resta il migliore film di McCarey, di cui ho faticato a completare la visione di altri, stucchevoli e perbenisti, noiosi sia come film sia per la mentalità che li sottende. I critici disturbano per McCorey l'antimilitarismo, la critica alla società, il "sottofondo al vetriolo", ecc, che non riesco a vedere. Di questo film molti raccontano la vicenda come crisi matrimoniale fra Jerry e Lucy dovuta a ingiustificati sospetti di entrambi gli sposi per apparenze che fanno dubitare dell'adulterio dell'altro coniuge; ma le apparenze che provocano le reazioni indignate degli amici e la richiesta di divorzio riguardano solo Lucy, che non solo non aveva fatto nulla prima, ma addirittura, a divorzio dichiarato dal giudice, non ha ancora neppure baciato il nuovo fidanzato, che finalmente ottiene da lei un castissimo bacio da collegiali e ne va in sollucchero; mentre Jerry era appena rientrato da una settimana di poker con gli amici mascherata da una vacanza in Florida ordinata dal medico; il film inizia proprio con lui che fa la cura abbronzante per far credere di essere stato al sole del sud; Lucy capisce l'inganno perché in Florida ha piovuto per tutta la settimana, ma l'inganno del marito non fa storia, è normale, lo accetta la moglie (cui può ben sembrare un adulterio) e gli amici; ciò che conta e determina tutta la storia è l'apparente inganno della moglie. L'unica "denuncia" del film potrebbe essere questo maschilismo, dominante nei film americani dell'epoca molto più che nei nostri (ce n'è meno p. es. nel contemporaneo Il signor Max); ma nulla nel film lo segnala come negativo: Lucy è una moglie modello, irreprensibile nonostante le apparenze e tollerante; anche Jerry è un bravo marito americano, che predica la sincerità nel matrimonio, ma a senso unico, mentre lui può mentire e "to hole up" (sparire con gli amici), non accetta scappatelle di lei ma galantemente le offre (impone) di chiedere lei il divorzio per salvarne l'onore (come Giuseppe che voleva ripudiare Maria "di nascosto").
Molte battute sono banali, e troppo spesso ripetute, per un pubblico che la prima volta non le capisce ed ha bisogno di sentirle molte volte per divertirsi sempre di più; così il dialogo telefonico in cui l'avvocato chiamato da Lucy per il divorzio elogia il matrimonio mentre la moglie lo interrompe aspramente; dialogo (non un monologo, né è del giudice, pace Mereghetti ed altri!) banale e ripetuto in modo stucchevole, ma presentato come causa del successo del film. Altrettanto noiosi e banali gli incontri con il fidanzato di lei; troppo trascinati anche i momenti prima della riconciliazione, con la porta che si apre ogni volta da sola, prima di arrivare ad una conclusione più riuscita, con il gatto che tiene chiusa la porta mentre Jerry cerca di riaprirla; questo e altri momenti sono salvati dalla buona mimica dei due protagonisti, ma i migliori sono forse quelli del cane (bravissimo!) che gioca a nascondino e scopre gli altarini e del gatto che alla fine spinge la porta per impedire a Jerry di aprirla: momenti assurdi che compensano la prevedibilità di tutta la storiella.
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