Regia di Willy S. Regan (Sergio Garrone) vedi scheda film
Far west. Tre banditelli da strapazzo vengono scarcerati a patto che riescano a dimostrare l'innocenza di un loro compagno di cella condannato a morte. Il trio si avventura in un'impresa molto più complicata di quanto si possa credere.
Seconda regia per il fratello meno noto dell'attore Riccardo Garrone (che qui non compare in scena, contrariamente a quanto farà in numerose pellicole dirette da Sergio); ancora uno spaghetti western, genere nel quale il regista continuerà a dilettarsi - è sicuramente il termine giusto, visti i risultati - ancora per qualche anno e qualche titolo. Al netto di alcuni movimenti di camera velleitari, di una storia banalotta e dal lieto fine garantito, di interpretazioni modestissime e di un budget limitatissimo a disposizione, di Tre croci per non morire rimane davvero poco. Ken Wood (cioè Giovanni Cianfriglia), Evelyn Stewart (all'anagrafe Ida Galli), Craig Hill, Pietro Tordi, Ivan Scratuglia sono i nomi principali sul cartellone, il che è già parecchio indicativo della penuria di mezzi vissuta sul set; scene e costumi sono davvero miserrimi ed è difficile puntare il dito contro un fattore tecnico/estetico in particolare sostenendo che sia il peggiore del lavoro: qui tutto concorre al peggio. Curiosità: la colonna sonora è firmata da Elio Mancuso e... Vasco (sic), pseudonimo dietro cui si cela in effetti Vasili Kojucharov. Garrone, che pure non ha lasciato grandi opere dietro di sè, ha comunque fatto nettamente di meglio. 2/10.
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