Regia di Guido Brignone vedi scheda film
Una ammaliante circense causa un grave incidente sul lavoro al fratello; dell'uomo si prende cura uno stimato chirurgo, sposato e con un figlio, che fin da subito perde la testa per la circense. La situazione si fa incandescente, le menzogne pian piano vengono in superficie e la tensione infine esplode.
Manca solo Amedeo Nazzari, viene da pensare, ma il ruolo da protagonista è affidato al non meno fascinoso Jean Gabin: questo Bufere è il più classico dei melodrammi dell'epoca, nel quale una fitta serie di disgrazie si succede senza sosta mentre i personaggi della storia scombinano le loro relazioni sentimentali, tra peccato e redenzione. Il tutto è tratto da un dramma di Sabatino Lopez, con una sceneggiatura che reca le firme del regista Guido Brignone, di Carlo Musso e di Alessandro De Stefani; stiamo parlando di una coproduzione italo-francese dai discreti mezzi, nella quale oltre al citato Gabin e a René Lefèvre compare un cast interamente nostrano: Silvana Pampanini, Carla Del Poggio, Paolo Stoppa, Mario Ferrari, Enrico Oliveri e l'italiano naturalizzato francese Sergio (Serge) Reggiani. Naturalmente agli occhi dello spettatore odierno non sfuggono i pesanti accenti misogini e i richiami morali alla cosiddetta famiglia tradizionale e al sacro vincolo del matrimonio; ma questi erano altri tempi, come si dice, e la trama funziona proprio per ciò che è e che racconta. Un'ora e mezza scarsa di durata, con i dovuti rivolgimenti e colpi di scena, neppure così scontati in fin dei conti. 4/10.
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