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Milano calibro 9

Regia di Fernando Di Leo vedi scheda film

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La recensione su Milano calibro 9

di scapigliato
8 stelle

C'è una certa controversia su l'atto di nascita del poliziesco all'italiana. C'è da dire che il poliziottesco, che pur essendo un termine dispregiativo ha in sè i toni più genuini per descriverlo, è effettivamente quello di poliziotti duri o di implacabili cittadini ribelli che si mettono a far giustizia a modo loro. Prima di questi numerosi film, gli anni '60 avevano però conosciuto il fiorire di film tra il banditesco e il noir che possono considerarsi prototipi del nostro spaghetti-cops perchè, al di là delle storie, iniziano un processo di codificazione del genere. La città come la frontiera western, i banditi e i poliziotti, come pistoleros e sceriffi, auto e motociclette come carri e cavalli. Il west arriva in città e porta con sè i tratti più viscerali del genere: violenza, cinismo, realismo nudo e crudo, antieroi e irriverenza ribelle secca, asciutta e più che incisiva. Cambiano iconografia e contesti, ma la a passione e il sangue sono gli stessi. L'esasperazione pure. Ecco che allora il '68 di "Banditi a Milano" di Lizzani può essere considerato l'atto di nascita del Poliziesco all'Italiana, che poi tra spaghetti-cops, fantapolitici, città violente, bantiteschi s'è sottodiviso in più filoni. Per esempio il prototipo del poliziotto violento lo troviamo in "Quella Carogna dell'Ispettore Sterling" sempre del '68 con il volto di Henry Silva. Ma il prototipo del poliziesco tutto polizia, crimini e atrocità è del '72 con "La Polizia Ringrazia" di Steno. E allora il nostro Fernando Di Leo?
Con "Milano Calibro 9" Di Leo crea un capolavoro di estetica poliziesca e noir in cui i personaggi sono pedine di un gioco più grosso di loro, e dove il loro nichilismo inconsapevole è l'odore più forte che si respira. Un personggio come quello di Gastone Moschin, lo si può trovare solo in Scerbanenco. E' un film lucido, asciutto, secco, dal taglio preciso e senza fronzoli, lontano ancora da un'estetica tra il pop e il pulp che era in divenire anche in Di Leo. "Milano Calibro 9" è il Cinema che ci piace vedere, e che sappiamo ci piacerebbe fare. I suoi personaggi sono come degli antieroi di tutti i giorni, impressi su uno scenario dal quale vorrebbero staccarsi e scappare. Ambiente e carattere si fondono nel nostro spaghetti-cops proprio come si fondevano nel glorioso western nostrano.

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