Regia di Ken Russell vedi scheda film
Certamente è il migliore ritratto d'epoca relativo ai mitici (diciamo mitizzati, almeno al cinema, con la nascita di Hollywood e tutto il resto) anni Venti-Trenta. Ken Russell scatena qui il suo talento visivo (sì, il suo talento visivo, non tanto il suo talento visionario, questa volta, tenendosi relativamente sobrio e naturalista) costruendo atmosfere di grande suggestione e quadri di affascinante impatto pittorico. Il personaggio di Valentino è inizialmente posto in secondo piano, poi verso il finale assume gli (usuali, in Russell) connotati di eroe sfortunato, sublime e dannato: dopo la fortuna, il volgare rivaleggia e cerca di annichilire il bello, che, nella sua ingenuità, non ha la rude forza di reagire. Invidia degli dei? Sicuramente degli uomini, ok. Ma quello della lotta (spettacolarizzato nell'incontro di pugilato) è il trauma di tanti uomini.
Scelta azzeccatissima, colpo di genio, il modo in cui Russell innesta sul ballerino-attore il personaggio del mito, è perfetto.
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