Regia di Ken Russell vedi scheda film
C'è più invenzione visiva in un film di Ken Russell- visiva si badi, non solo visionaria come si dice sempre- che in una intera filmografia di Chazelle, Luhrmann, Guadagnino ecc., e altri abili imbonitori del cinema di oggi, "assimilabili'. E si parla per ogni singolo fotogramma e anfratto più recondito di ogni singola inquadratura(si veda l'ipertrofia della fantasmagorica sequenza del funerale e della camera ardente alla Campbell Funeral Home a New York, il 23 agosto del 1927), un affastellarsi di invenzioni e dècor da lasciare senza parole.
Nureyev pure stupisce come perfetta scelta da protagonista, ben doppiato ma anche appropriato, sia gestualmente per come ha imparato l'italianità, che mimeticamente in ognuna delle tante gamme espressive, che questa biografia cinematografica unica e differente da quasi tutte le altre-se non dello stesso Russell-, affronta e offre.
Lunghissimo e parecchio appagante il parterre di caratteristi a contorno, con alcune provenienze le più disparate come Anton Diffring, Seymour Cassell, Huntz Hall lo stesso Ken Russell come Rex Ingram, Peter Vaughan(eccezionale in un ruolo determinante per le sorti del Mito valentiniano)un Bill McKinney sadico e perverso carceriere, direttamente proveniente da "Deliverance'', e da un altro grande britannico e inventore visuale, Boorman.
Sequenza del carcere che è forse nel sia delirio sadomasochistico e oltre l'abiezione, la più russelliana di uno dei suoi film americani, più "russelliani al 100%".
Ma è anche un film ginecentrico, con un cast di attrici a interpretare le tante donne della vita del supremo divo di Castellaneta, e che la biografia di Brad Steiger da cui il film è tratto romanza certamente molto, e sorvolando un pò come il film sul circolo di lesbismo che gran parte delle stesse furono, principalmente attorno alla diva e regista, mentore, Nazarova/Leslie Caron.
Michelle Phillips si mostra abbastanza nuda come lo stesso Nureyev a scolpito deretano e membro ignudo, nella "famosa" scena della tenda durante le riprese de "Lo Sceicco"( con parzialmente a vista anche il pelo della potta), riportato difatti in molteplici servizi fotografici dei Playboy e Playmen del 1977.
Forse dovuta alla produzione di Robert Chartoff e Irvin Winkler, la lunga ma benissimo realizzata (seppure interamente pantografata ed esagerata),
sequenza del pre-finale- invero un pò frettoloso-, con l'incontro pugilistico.
John Nada
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