Regia di Fritz Lang vedi scheda film
Ancora una volta la guerra fa da sfondo al film di Fritz Lang, ma non sono più i nazisti 'il nemico' ma, spostando il fronte dall'Europa della tetralogia antinazista alle Filippine, i giapponesi che diventano l'avversario da contrastare con appunto tecniche da guerriglia adottate da Chuck Palmer e i suoi commilitoni.
'I guerriglieri delle Filippine' segna il ritorno del regista viennese al film bellico e al colore, che da quanto ho letto non era da lui molto amato, ma l'opera è tra le meno convincenti all'interno della sua filmografia, in quanto tutto il lungometraggio, pur filmato con la proverbiale meticolosità da Lang, manca di mordente e soffre di uno script sbagliato: molto, forse troppo dialogato il film, con potenziali sequenze belliche che avrebbero potuto sfruttare meglio la bellezza delle location naturali, sacrificate da una sceneggiatura che punta più di una sua carta su una storia piuttosto improbabile che nasce tra il militare americano protagonista, interpretato da un Tyrone Power che garantisce la sua consueta presenza scenica, e una bella donna, Jeanne Martinez (Micheline Presle, indicata erroneamente Prelle nei credits), conosciuta per caso ma poi disposta a collaborare con i soldati per la causa.
Sembra quasi, dalla fiacchezza del film che ne esce fuori, che l'autore abbia aderito al progetto senza particolare passione, che nutriva quando la critica era rivolta al regime nazista e che ora l'attuale nemico non lo ispiri più di tanto.
Bello comunque l'uso del Technicolor, grazie all'operatore Harry Jackson, in particolare quelle notturne filmate in mare.
Di 'American Guerrilla in the Philippines' si può certamente affermare che sia un Lang minore.
Voto: 6 (v.o.).
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta