Regia di Giuliano Carnimeo vedi scheda film
Che combriccola avevano messo insieme, senza rendersene conto, in questo film:alla produzione il fratello di Sergio Martino,Luciano, come secondo regista Michele Massimo Tarantini, e come aiuto Stelvio Massi, per finire in bellezza con Giuliano Carnimeo sulla sedia del regista:mancavano Umberto Lenzi e Ruggero Deodato, e c'era quasi tutto l'empireo del B-movie all'italiana. Se il thriller sanguinario tira, via con le sfornate di imitatori di Argento:fioccano i titoli astrusi come questo (e poi le gocce di sangue risultano decisive solo circa ad un altro personaggio,che non è Jennifer), si mettono in conto una manciata di delitti fantasiosi commessi da una sagoma di nero vestita e con cappello largo a nascondere le fattezze, e voilà, gli spettatori in vena di spaventi sono serviti. Al di là dell'ironia, qui siamo ad un livello cinematograficamente traballante, in cui si contano dialoghi balzani, situazioni paradossali (spesso, di fronte ad una nuova vittima, i primi accorsi si dileguano quasi scocciati dall'imprevisto, senza una minima traccia di smarrimento o paura),ed un palazzo di cui muoiono assassinati in poco tempo diversi inquilini, e a quasi tutti i personaggi del film pare una circostanza non straordinaria nè agghiacciante. Sulle grazie della bellissima Edwige poco da dire che non sia stato già espresso, la Quattrini era comunque un bel vedere, Hilton è più statico del solito, il colpevole è scopribile, per quanto il movente sia come minimo premuto a forza in una logica drammaturgica risibile, da metà storia in poi. Anche perchè dei personaggi principali ne rimangono sempre meno in vita.
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