Regia di Giuliano Carnimeo vedi scheda film
Un riuscito giallo sulla scia del filone avviato da Dario Argento. Produce il compagno della Fenech, Luciano Martino, che forma qui di nuovo la coppia vincente Hilton/Fenech.
In un condominio di Genova avvengono due brutali delitti. Nell'ascensore viene trovato il corpo di una prostituta (Evi Farinelli) mentre il cadavere di una stripteuse di colore (Carla Brait) viene rinvenuto nella vasca da bagno di un appartamento. Due modelle di un'agenzia fotografica, Jennifer (Edwige Fenech) e Marylin (Paola Quattrini), dietro suggerimento dell'architetto Andrea (George Hilton), finiscono per alloggiare proprio nell'appartamento teatro di un delitto. Qui fanno la conoscenza dell'ambigua (sessualmente) Sheena (Annabella Incontrera) e finiscono al centro delle indagini condotte da un determinato commissario (Giampiero Albertini) mentre i delitti susseguono, anche fuori dal condominio...
Dopo il buon successo degli ottimi film interpretati dalla Fenech e da Hilton (Lo strano vizio della signora Wardh e Tutti i colori del buio) entrambi per la regia di Sergio Martino, il fratello produttore (Luciano) decide di dare corso ad un altro giallo interpretato dall'affiatata coppia, questa volta coinvolgendo Giuliano Carnimeo in veste di regista, nei credits con lo pseudonimo di Anthony Ascot. Su sceneggiatura dello specialista Ernesto Gastaldi e forte di una bella colonna sonora opera del grande Bruno Nicolai, con l'apporto in fotografia di Stelvio Massi e -come aiuto regista- Michele Massimo Tarantini ne esce un buon film, fedelissimo alla logica del thriller ispirato dalla corrente "alla Dario Argento". È da segnalare un cast di tutto rispetto (divertente i siparietti comici garantiti dal vice del commissario e da Oreste Lionello nei panni di fotografo gay) con presenze femminili molto intriganti (oltre alla Fenech risalta -per ambigua tendenza- Annabella Incontrera). Sono novanta piacevoli minuti, che scorrono velocemente grazie alla solida messa in scena e all'intrigante ricerca del chi l'ha fatto (whodunit), ovvero un personaggio insospettabile sino agli ultimi cinque minuti, che poi sono quelli più fragili (come per la maggior parte dei gialli italiani) perché danno uno scossone (in negativo purtroppo) alla credibilità della storia.
Curiosità
Una comparazione tra la scena dell'omicidio in ascensore, vittima Evi Farinelli, e analoga sequenza nel successivo film di Brian De Palma (Vestito per uccidere) mette in forte dubbio che la similitudine sia da attribuire al solo caso. Ma un altro delitto del film sembra essere stato fonte di ispirazione addirittura per il fondatore stesso del "giallo all'italiana", Dario Argento: è l'omicidio di Paola Quattrini, commesso in pieno giorno tra le vie affollate di Genova, tra l'indifferenza generale della massa. Scena che non può non ricordare la fine di John Saxon in Tenebre, commessa in una piazza assediata da persone, alla luce del sole.
Il titolo, secondo le intenzioni dello sceneggiatore, avrebbe dovuto essere Uno strano fiore con cinque gocce di sangue, cambiato dalla produzione in quello definitivo, meno coerente con la storia narrata (lo cita il commissario, attribuendo la domanda Perché quelle strane gocce di sangue sul corpo di Jennifer? ad un poema ossianico).
Disponibile in Dvd (Alan Young) nella stessa versione restaurata della Shendene & Moizzi, nel formato anamorfico 2.35:1. Ottima anche la traccia audio. Durata: 1h31m02s.
(soundtrack di Bruno Nicolai)
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